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Fermo, Chinyere non avrebbe cambiato versione. Il procuratore: “Non è stata risentita”

Ieri il Corriere della Sera aveva scritto che la 24enne aveva ritrattato la sua prima testimonianza, raccontato che era stato Emmanuel a colpire per primo Mancini. La notizia è però stata smentita dal procuratore di Fermo, dall’avvocato della ragazza e anche dalle suore di cui è ospite.
A cura di Biagio Chiariello
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Non è vero che la moglie di Emmanuel, il migrante nigeriano ucciso a Fermo da Amedeo Mancini, avrebbe cambiato parzialmente la versione sull’omicidio. Lo ha detto Domenico Seccia, procuratore della Repubblica di Fermo. Ieri il Corriere della Sera, aveva scritto che la donna aveva modificato la prima testimonianza, ammettendo che era stato il marito a lanciare il segnale contro l’ultras, ora in carcere con le accuse di omicidio preterintenzionale aggravato da finalità razziste.

Come però evidenzia oggi Il Fatto Quotidiano, la vedova di Emmanuel Chidi Nnamdi non sarebbe stata risentita dagli inquirenti, quindi non avrebbe avuto modo di smentire la sua prima versione dei fatti, secondo cui a usare il paletto contro Emmanuel sarebbe stato Mancini. Sulla stessa linea del procuratore anche dall’avvocato Letizia Astorri, legale della 24enne nigeriana: “Chinyere non ha ritrattato, né ha cambiato la sua versione dei fatti”. A fare eco al magistrato e al legale, sono le Piccole Sorelle Jesus Caritas, che assistono Chinyere nel complesso dell’ex seminario arcivescovile di Fermo, secondo cui la moglie del migrante “ha sempre detto la stessa cosa, non ha cambiato nulla”.

E’ pur vero che la testimonianza di Chinyere sembra andare in contrasto con tutte le altre testimonianze raccolte sul posto. Emmanuel Chidi Namdi è morto dopo aver subito un pugno da Amedeo Mancini, l’italiano che aveva in precedenza insultato il migrante nigeriano e la moglie Chinyere chiamandoli scimmie. Questo per ora è il punto certo di una vicenda sulla quale vanno ancora chiariti molti aspetti.

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