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Fatto scendere dal treno perché senza biglietto, denuncia capotreno per violenza privata

Un cittadino nigeriano era stato fatto scendere alla stazione di Montebelluna, Treviso, perché rifiutava di mostrare il biglietto. Il capotreno, però, aveva anche personalmente spostato i suoi bagagli sulla banchina: per questo è stato rinviato a giudizio.
A cura di Biagio Chiariello
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Aveva fatto scendere dal treno un passeggero senza biglietto: per questo gesto Andrea Favaretto, controllore 50enne di Treviso, si ritrova ora chiamato a processo con l'accusa di violenza privata. I fatti risalgono a due anni fa:  siamo sulla linea ferroviaria tra Feltre e Montebelluna. Il capotreno effettua i controlli d rito e si imbatte in un cittadino nigeriano che si rifiuta di mostrare il proprio tagliando di viaggio. Nel frattempo il convoglio arriva in stazione a Montebelluna e Favaretto, come avviene in questi casi, intima al passeggero di scendere, pur non multandolo. Il 50enen però prende le valigie del passeggero e le sposte personalmente sulla banchina: un errore che può ora costargli caro. C’è peraltro da dire che, come riporta, Il Gazzettino di Belluno, il passeggero, dopo essere sceso dal treno, si era subito diretto verso l'obliteratrice della stazione, aveva convalidato il suo biglietto e, mostrandolo al capotreno, aveva cercato di risalire a bordo. Ne era nato una lite sedata solo dall’arrivo dei carabinieri in stazione e con un conseguente ritardo del treno. Ed ora Faveretto si è visto notificare una denuncia per violenza privata. Presto dovrà comparire in tribunale per rispondere alle accuse che gli sono state mosse davanti a un giudice.

“Al capotreno che si trova alla sbarra per violenza privata solo per aver fatto il proprio lavoro va la mia solidarietà. Non voglio entrare nel merito della vicenda giudiziaria, ma sarà mio compito interpellare Trenitalia e i Ministeri competenti, Viminale e Trasporti in primis. Occorre fare chiarezza e non lasciare da soli dei lavoratori che spesso si trovano in situazioni pericolose”. Sono le parole del senatore Giovanni Piccoli (Forza Italia). “Fatti come questi creano sconcerto perché si dà l’impressione che chi fa il proprio dovere non venga tutelato. Penso – prosegue il politico – al di là del procedimento legale, che la stessa Trenitalia debba non lasciare solo il proprio dipendente e che, più in generale, si studino delle soluzioni per rendere più facile e sicura la vita di chi lavora nelle stazioni e nei treni, dove spesso si creano situazioni di disagio e pericolo”. “Da parte mia, partendo da questo caso paradossale, chiederò chiarezza a Ministero e Trenitalia. Casi come questi non devono passare inosservati”, conclude Piccoli.

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