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Fatima, la jihadista italiana: “Decapitiamo perché lo ordina la sharia”

Maria Giulia Sergio, la giovane italiana che dice di far parte dello Stato Islamico, in un colloquio via Skype con il Corriere della Sera ha attaccato i miscredenti e ha chiesto notizie dei genitori arrestati una settimana fa.
A cura di Susanna Picone
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Una settimana fa una vasta operazione della polizia di Stato contro il terrorismo internazionale ha portato all’arresto di una decina di persone appartenenti a due gruppi familiari e ritenute pronte a partire per combattere in Siria. Tra questi i familiari di Maria Giulia Sergio, giovane italiana partita tempo fa per andare a combattere in Siria. La famiglia della Sergio, che adesso si fa chiamare Fatima Az Zahara, viveva a Inzago, nel Milanese, mentre lei, il marito e la madre di quest'ultimo sarebbero attualmente in Siria a combattere per la Jihad. In questi ultimi mesi la giovane italiana è stata intercettata dalla Digos di Milano: gli investigatori hanno ascoltato come per molto tempo Fatima abbia cercato di convincere i genitori a lasciare l’Italia per iniziare una nuova vita nello Stato Islamico. Ora, a una settimana dagli arresti, il Corriere della Sera ha raggiunto via Skype la giovane che ha ribadito la sua appartenenza all’Islam. Il quotidiano riporta le parole della donna: “Noi quando decapitiamo qualcuno, dico noi perché anche io faccio parte dello Stato islamico, quando facciamo un’azione del genere, stiamo obbedendo alla sharia”, così Maria Giulia Sergio che all’inizio della conversazione avrebbe chiesto notizie dei suoi genitori arrestati. Per lei l’operazione di antiterrorismo che ha portato all’arresto di dieci persone “è un buco nell’acqua perché non serve a niente”. “È illogico ed è irragionevole – dice Fatima – che la polizia italiana decida di arrestare queste persone”.

La violenza giustificata da Fatima – “I messaggi che mi scambiavo con i miei genitori e mia sorella non erano di incitamento al jihad o qualcosa del genere. Noi parlavamo di come i miei genitori avrebbero potuto fare una buona vita, qui nello Stato islamico”, avrebbe detto al Corriere. E avrebbe giustificato le violenze dell’Isis: “Questi che vengono decapitati sono ladri, sono ipocriti, agiscono come spie nello Stato islamico. E riportano le informazioni ai miscredenti per poi attaccarci”, così ancora la ragazza affermando che “qui non schiavizziamo le donne ma le onoriamo” e invitando dunque a non usare “sempre i soliti argomenti”. Per Fatima “lo Stato islamico è uno Stato perfetto” dove “non facciamo nulla che vada contro i diritti umani”: “Allah comanda che al ladro venga tagliata la mano. Perché questo sia un esempio per tutti. Così nessuno più si permetterà di venire qua a rubare”.

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