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Faenza, il Pd si spacca sui gay e vota per la famiglia “naturale uomo-donna”

L’ordine del giorno chiedeva di “istituire la festa della famiglia naturale fondata sull’unione fra uomo e donna”. A proporlo è stata Forza Italia. A favore hanno votato il sindaco Malpezzi e un membro della direzione nazionale dei dem.
A cura di Biagio Chiariello
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A Faenza, in provincia di Ravenna, la famiglia è una sola, quella naturale “fondata sul matrimonio fra uomo e donna”. E’ quanto afferma un ordine del giorno dal titolo “Valorizzazione e sostegno alla famiglia naturale” presentato dal consigliere di opposizione di Forza Italia Jorick Bernardi e approvato dal consiglio comunale. A votarlo anche mezzo Pd: sette a favore, sette contrari. Sì, hanno detto anche il sindaco Giovanni Malpezzi e la neoeletta in consiglio regionale Manuela Rontini, tra l’altro membro della direzione nazionale dei democratici. Nello specifico l’odg chiedeva alla Regione di "istituire la festa della famiglia naturale fondata sull'unione fra uomo e donna" e di mettere al bando il documento dell'Oms sull'educazione sessuale.

 Strappo interno al Pd

E così mentre a Roma, a Napoli, a Bologna e in altre città italiane, è in corso un braccio di ferro tra i sindaci Pd che trascrivono le nozze gay avvenute all'estero e ministri e prefetti che pretendono gli annullamenti delle trascrizioni, a Faenza si consuma lo strappo interno al principale partito italiano. Alcuni esponenti nel Pd dell'Emilia-Romagna hanno immediatamente tuonato contro il primo cittadino faentino. Malpezzi è stato censurato da Michele De Pascale, segretario provinciale del Pd di Ravenna. "La vicenda – ha detto – è stata gestita molto male e si è arrivati a un voto che ci lacera e che, nei prossimi giorni aprirà nel Pd di Faenza e provinciale un dibattito serio per chiarire le posizioni di tutti e uscire in maniera chiara e comprensibile”.

Faenza, Arcigay e Sel: "il sindaco si dimetta"

A chiedere le dimissioni del sindaco anche la deputata Giuditta Pini; parole aspre nei suoi confronti sono arrivate dal senatore Sergio Lo Giudice e dalle associazioni gay. Flavio  Romani, presidente nazionale di Arcigay, definisce l'ordine del giorno "un'esibizione di forza, un trofeo clericale che sta passando in queste settimane di aula in aula per definire in ognuna, tra laici e clericali, chi comanda". E punta il dito contro il partito democratico: “Che cos'è il Pd? – chiede Romani – chi lo sostiene? Chi ne fa parte? E per quali obiettivi in realtà corre?". Contro sindaco e Pd di Faenza anche Sel, per bocca del deputato ravennate Giovanni Paglia, che copia& incolla su Facebook l'Odg in questione, perché "ogni riga va letta se si vuole comprendere a che punto si possa scendere quando si guarda il presente con le lenti del Medioevo e quando un partito perde ogni legame minimo con qualsiasi cultura politica liberale, se non progressista".

Le scuse di Malpezzi

Poco dopo, è arrivato il dietrofront di Malpezzi che ha definito "non riuscito" il provvedimento. Il sindaco di Faenza si è detto "rammaricato di aver sottovalutato la lettura che sarebbe stata data di quel voto e dell'interpretazione dell'aggettivo ‘naturale' che può essere fuorviante, fino al punto di attribuirmi valutazioni e pensieri che non mi appartengono". E propone di farsi promotore di un nuovo documento da portare all'attenzione del Consiglio comunale, "un documento più rispettoso e della ricchezza di opinioni all'interno della città e dell'opinione pubblica, e che dimostri come, al di là delle parole, la valorizzazione della famiglia in questi anni si sia tramutata in impegni concreti, verso chiunque e senza alcuna discriminazione".

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