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Fabriano, bimbi dell’asilo picchiati e insultati dalla maestra: “Sei un perdente”

I piccoli, tra i 3 e i 5 anni di età, erano oggeto di continui rimproveri, schiaffi e insulti da parte della 50enne arrivata in provincia di Ancona dal Nord Italia, ora sospesa e denunciata per maltrattamenti fisici e psicologici. Lʼindagine è scattata dopo la segnalazione di alcuni genitori preoccupati per il comportamento dei figli.
A cura di Biagio Chiariello
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Rimproveri continui, schiaffi, insulti da parte della maestra. È il calvario di una ventina di bambini fra i 3 i 5 anni iscritti ad una classe mista della scuola materna pubblica ‘Anna Malfaiera di Fabriano’ (in provincia di Ancona). Un incubo al quale la polizia di Stato ha messo fine dopo la segnalazione di alcuni genitori,  denunciando la donna per maltrattamenti fisici e psicologici. Sono state le telecamere nascoste a filmare le violenze subite dai piccoli, e l’insegnante, una cinquantenne, è stata sospesa dall'esercizio della professione dal Giudice per le indagini preliminari (Gip) di Ancona. La donna aveva preso servizio nell'istituto marchigiano lo scorso febbraio, come incaricata annuale, proveniente dal Nord Italia.

Era stata la mamma di un alunno dell'istituto ad aver i primi dubbi su quanto accadeva tra le mura dell’istituto di Fabriano: il piccolo faceva capricci ogni mattina per recarsi a scuola. Inoltre il bimbo, durante risvegli notturni, apostrofava il proprio peluche con espressioni del tipo: "Non lo fare più. Hai capito? Non te lo dico più. In castigo subito. Vai a riflettere seduto lì. E basta". Era il mese di aprile. La donna ha avvertito la polizia, che a sua volta ha chiesto ragguagli ad altri genitori. Nel giro di due mesi, tra maggio e giugno, si è così iniziato a fare luce sugli abusi perpetrati dalla maestra. Anche altri piccoli si svegliano la notte urlando disperati. Alcuni hanno raccontato ai genitori che la maestra li apostrofava con parole come: "Imbecille"," perdente", "disgraziato", "topolino che fa la cacca". E’ emerso inoltre che gli alunni venivano minacciati di gravi conseguenze se avessero raccontato ai genitori degli insulti e delle botte ricevute a scuola. Le immagini delle telecamere installate dagli inquirenti hanno accertato che i bambini considerati ‘cattivi’ con urla e spintoni venivano costretti a sedersi nel cosiddetto ‘angolo buio’: un punto prestabilito della stanza, causando loro disperazione e pianti a dirotto.

"Quanto è purtroppo accaduto deve ricordarci che non bisogna mai sottovalutare i segnali di disagio dei bambini. Siamo e saremo ancora più attenti alla formazione di una consapevolezza condivisa su questi temi, ai quali abbiamo anche dedicato numerosi incontri nelle scuole" ha detto in merito alla vicenda il sindaco Giancarlo Sagramola, che ha ringraziato la Polizia di Stato, il dirigente del Commissariato Michele Morra, il pm Ruggiero Dicuonzo per "un‘indagine esemplare, svolta in tempi strettissimi”.

L'avvocato della maestra: "Non ho visto schiaffi nel video, vicenda ingrandita"

"Nei filmati girati dalle telecamere nascoste della Polizia schiaffi non ne ho visti, solo qualche spintone; i rimproveri di un'insegnante forse troppo autoritaria, cose che in passato sarebbero state accettate ma oggi, giustamente, non vengono più tollerate", così il legale della maestra, l'avvocato Stefano Mengucci, difende l'operato dell'insegnante 50enne accusata di maltrattamenti ai suoi alunni di scuola materna. "Siamo senz'altro di fronte a episodi gravi, ma che a mio avviso andavano affrontati in maniera diversa: non capisco perché la mamma del bambino non si sia rivolta alla dirigente scolastica, invece di andare subito alla Polizia", ha aggiunto l'avvocato, spiegando: "Se la mamma del bimbo o gli altri genitori avessero contattato la scuola invece del Commissariato, non avrebbe continuato a fare lezione per cinque mesi. La vicenda è stata fatta diventare più grande di quello che è". L'avvocato ora farà ricorso al Tribunale del riesame di Ancona per ottenere la revoca della misura di interdizione dalla professione sottolineando che la donna "è una docente precaria madre di tre figli maschi rimasta disoccupata"

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