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Evasione fiscale, a Nord il doppio delle irregolarità del Sud. “Mai più condoni”

Il 52% dei 91 miliardi di euro di possibile evasione in Italia si attesta a Settentrione (a Sud il 22%). Lo comunica il Ministero dell’Economia. E’ preoccupante la percentuale delle aziende risultate non in regola in seguito a controlli: oltre il 98%.
A cura di Biagio Chiariello
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Si evade il fisco più al Nord che al Sud. E’ uno dei dati che emerge dal rapporto sulla lotta all’evasione redatto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Secondo Padoan, la somma totale delle principali imposte evase (Iva, Ires, Irpef e Irap) ammonta a 91 miliardi. Il 52% di questa cifra si attesta dunque nel Settentrione, contro i 24 miliardi del centro (26% del totale) e i 19,8 miliardi del Meridione (22%). Il dato è influenzato dal maggior reddito nazionale del Nord. Soprattutto, scrivono i tecnici del Tesoro, la rabbrividire la percentuale di verifiche sulle imprese che trova irregolarità fiscali: è 98,1% tra le grandi, al 98,5% sulle medie e al 96,9% sulle Pmi. Il record tocca agli enti non commerciali, il 99,2% non è in regola. 100% di `positività´ i controlli sugli atti soggetti a registrazione. Ad ogni modo, l'evasione effettiva ‘pizzicata’ dall'Agenzia delle Entrate nel 2013, ha rilevato il Mef, ammonta a 24,5 miliardi. La maggiore imposta accertata è così salita dell’87% in sette anni, rispetto ai 13,1 miliardi del 2006. Un numero in calo rispetto agli anni 2009-2012 e soprattutto rispetto al picco di 30,4 miliardi del 2011.

Il Governo dice stop ai condoni

Nello stesso rapporto sull’evasione, il Ministero dell'Economia fa sapere ce non ci saranno più condoni. "Dall'Unità d'Italia a oggi ci sono stati oltre 80 condoni", è scritto nel testo che spiega come questi "minano la credibilità dello Stato, soprattutto nei confronti dei contribuenti onesti".  Evadere il Fisco comporta "un aumento del livello della pressione fiscale per i contribuenti che adempiono correttamente ai propri doveri fiscali" e così "genera iniquità sociale, mina i principi di solidarietà e legalità sui quali si fonda il patto tra lo Stato e i cittadini", afferma poi il Mef. "Chi non dichiara quanto dovuto non soltanto ottiene per sé un vantaggio immediato, in termini di maggiori disponibilità finanziarie, ma trae vantaggio dall'onestà altrui".

Come risolvere il problema dell'evasione

Ora il Governo pensa ai due piani per risolvere l’annoso problema dell’evasione delle tasse: da un lato "una solida azione di contrasto agli illeciti, al fine di intervenire in chiave strutturale sul fenomeno, dall'altro un percorso di profondo miglioramento del rapporto tra fisco e contribuenti", spiega il Ministero dell’Economia. In ogni caso, si punterà a sanzioni più dure, con particolare attenzione al settore penale, "con l'obiettivo di renderlo più incisivo per le fattispecie più gravi e attenuarlo invece per quelle meno gravi, meglio coordinandole con le sanzioni amministrative", si legge nel rapporto.

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