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Eternit, il governo accelera per cambiare le norme sulla prescrizione

Dopo la sentenza della Cassazione il governo si appresta a cambiare le norme che regolano la prescrizione.
A cura di Davide Falcioni
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Cambiare le norme sulla prescrizione: è questo l'imperativo categorico delle ultime ore, dopo la tanto discussa "sentenza Eternit" che ha lasciato un profondo senso di ingiustizia nei familiari delle vittime , come poche altre volte prima, messo d'accordo maggioranza e opposizione, associazioni e partiti. Come è noto la corte di Cassazione, presieduta da Arturo Cortese, ha annullato senza rinvio la condanna a 18 anni inflitta in secondo grado dalla Corte d’appello di Torino per disastro ambientale doloso all’unico imputato nel processo Eternit, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny. Una sentenza che mai prima d'ora era stata percepita ben lontana dalla "giustizia", facendo precipitare i familiari delle vittime nel dolore e mettendo profondamente in imbarazzo la magistratura.

Per questo le norme sulla prescrizione verranno cambiate. In realtà Rodolfo Sabelli, presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, ha ricordato come su questo fronte più volte i governi fossero stati sollecitati in passato: "Quella legge è assolutamente inadeguata e la riforma della materia della prescrizione è una urgenza". Il ministro della Giustizia Orlando, intervistato nel corso del Tg1, ha confermato: "Il Consiglio dei ministri ha già definito una nuova disciplina della prescrizione che la prossima settimana andrà in parlamento. Faremo di tutto perché l'iter sia il più veloce possibile affinché il provvedimento sia approvato". Il ministro ha poi sottolineato (sempre in riferimento alla sentenza Eternit) "che vi è una riforma dei reati ambientali ferma in parlamento: vogliamo si arrivi ad una rapida approvazione".

Anche Matteo Renzi concorda con l'urgenza di cambiare le norme che regolano la prescrizione: "O la vicenda Eternit non è un reato o, se è un reato ma è prescritto, bisogna cambiare le regole del gioco sulla prescrizione. Da premier dico processi più veloci, senza l'incubo della prescrizione. Ci sono dei dolori che non hanno tempo: mi colpiscono da cittadino, e mi fanno venire i brividi, le interviste a qualche familiare, vedove o figlie, che mostrano una dignità pazzesca, che crede nella giustizia e continua a combattere".

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