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Esportare la lingua italiana nel mondo: se ne discute a Firenze

Iniziano oggi nel capoluogo toscano i primi Stati generali della lingua italiana, un’iniziativa voluta dal ministero degli Affari Esteri, per mappare i nuovi paesi in cui si studia la nostra lingua.
A cura di Andrea Esposito
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Si aprono oggi a Firenze i primi Stati generali della lingua italiana nel mondo. L’iniziativa, voluta dal ministero degli Affari Esteri, vedrà anche la presentazione del libro bianco sull'italiano, una sorta di mappatura dei paesi in cui si studiano la lingua e la cultura italiana.

"Finora il nostro paese ha fatto poco, – ha dichiarato il Ministro Giannini – e non ha ancora sviluppato tutta la sua potenzialità soprattutto per paesi che guardano a noi come interlocutore economico, politico, ma soprattutto formativo". Già poiché la geografia dei paesi in cui si sta diffondendo lo studio dell’italiano è profondamente mutata spostandosi dall’Europa e gli Stati Uniti (le storiche rotte della migrazione italiana) verso Russia, Magreb, Paesi Arabi e Vietnam.

Non solo, dal 2012 a oggi il numero di studenti che nel mondo imparano l’italiano è addirittura triplicato. Il che lascia pensare che la diffusione e la promozione della lingua possa diventare per l’Italia un eccellente veicolo culturale, turistico ed economico, specialmente nei paesi in forte crescita come la Cina.

Ma, ci siamo chiesti, dove si impara ufficialmente l’italiano? Esistono delle certificazioni al pari dell’IELTS o del TOEFL per l’inglese, del Goethe per il tedesco o del DELE per lo spagnolo? In Italia esistono almeno tre tipi diversi di diploma: il CILS (Certificazione di Italiano come Lingua Straniera), articolato in sei livelli e rilasciato dall’Università per Stranieri di Siena; il CELI (Certificato di conoscenza della Lingua Italiana), anch’esso articolato in sei livelli, rilasciato dall’Università per Stranieri di Perugia; e il PLIDA (Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri) rilasciato dall’omonima società Dante Alighieri in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri. Quest’ultimo è anche l’unico certificato ufficiale conseguibile all’estero.

Il problema però per uno straniero che vuole conseguire un diploma in Italia, da utilizzare con finalità professionali o accademiche nel proprio paese, è che spesso ciascuno Stato riconosce solo uno dei certificati di lingua e quindi bisogna stare molto attenti a trovare quello “ufficiale”. Forse semplificare il meccanismo delle certificazioni, istituendo un solo ente che tanto in Italia quanto all’estero conferisce i diplomi potrebbe facilitare la vita a molti studenti.

Ma le difficoltà legate allo studio dell’italiano riguardano non solo gli stranieri che vogliono impararlo, ma anche gli italiani che vorrebbero insegnarlo. A questo proposito il Ministro Giannini in vista dell’incontro di oggi ha dichiarato: “cambieranno probabilmente i piani di studio nelle Università e potrebbe nascere un corso di laurea ad hoc. Non basterà più essere italofoni per insegnare la lingua italiana, ci sarà un ruolo per la formazione di insegnanti qualificati nella riforma".

In effetti già oggi esistono diversi corsi che abilitano all’insegnamento dell’italiano all’estero ma, come sopra, non esiste uno standard e questo genera notevole confusione per chi intende intraprendere questa professione.

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