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Escort, motivazioni sentenza: “Cene Berlusconi poco eleganti, ragazze volevano svoltare”

Il 13 novembre il tribunale di Bari ha condannato tra gli altri Gianpaolo Tarantini e Sabina Began. Nelle motivazioni della sentenza di parla di cene “poco eleganti” durante le quali le ragazze venivano messe a disposizione di Berlusconi per “appagarne la libidine”.
A cura di Susanna Picone
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Le indagini sulle escort portate da Gianpaolo Tarantini a Silvio Berlusconi hanno tratteggiato “le abitudini di vita e i riprensibili costumi extraistituzionali” dell'allora presidente del Consiglio “protagonista delle ‘cene (poco) eleganti' organizzate nelle sue residenze”, beneficiando della costante presenza “di avvenenti, provocanti, disinvolte spregiudicate, disinibite e soprattutto giovanissime donne che volevano dare una svolta alle loro (talvolta, a dir poco modeste) vite”. È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza del processo escort. Processo che si è concluso il 13 novembre 2015 con quattro condanne, tre assoluzioni e con l'invio degli atti alla procura di Bari perché valuti se contestare il reato di intralcio alla giustizia a Berlusconi e quello di falsa testimonianza a cinque delle ragazze che parteciparono alle feste nelle residenze dell'allora premier e che, forse in cambio di danaro, avrebbero mentito ai giudici. Per il reclutamento di prostitute i giudici hanno condannato a 7 anni e 10 mesi Gianpaolo Tarantini; a un anno e 4 mesi “l’ape regina” Sabina Began; a 3 anni e 6 mesi Massimiliano Verdoscia e a 2 anni e 6 mesi il pr milanese Peter Faraone, entrambi amici di Tarantini.

“Ragazze animate dalla speranza di guadagnare le attenzioni del premier” – Secondo i giudici della seconda sezione penale, le ragazze che partecipavano a quelle che vengono definite le “cene poco eleganti” organizzate a casa Berlusconi lo facevano “nella maggior parte dei casi, nella esclusiva prospettiva di conseguire munifiche elargizioni economiche o altri vantaggi personali o addirittura – in modo ancor più lungimirante – di dare una svolta alle loro vite”. Secondo i giudici le ragazze erano “animate dalla speranza di guadagnare le sue attenzioni (di Berlusconi, ndr) e di essere ‘elette' per trascorrere la notte in sua compagnia, consentendo a soddisfarne anche le più perverse pulsioni erotiche addirittura attraverso la consumazione di rapporti saffici”. Tarantini secondo i giudici ha voluto far leva sulle “debolezze sessuali” di Berlusconi per “carpirne dapprima la confidenza, quindi pian piano la gratitudine e riconoscenza per quella discreta e volutamente non troppo ostentata opera di continua ricerca di donne rispondenti a un determinato cliché da porre nella sua disponibilità per allietarne le serate ed appagarne la libidine quando e come lo desiderasse”.

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