58 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Eredita due miliardi di Lire da uno zio ma non può cambiarli in Euro

Una donna originaria di Rovigo ha ereditato 2 miliardi di Lire da uno zio che viveva in Germania, ma a causa di una legge del 2011 non può incassare parte di quel denaro.
A cura di Davide Falcioni
58 CONDIVISIONI
Immagine

Sara Ferrari è una donna di 43 anni originaria di Rovigo ma da molti anni risiede e lavora a Bruxelles. Qualche tempo fa si è recata a Berlino, è andata nella casa dello zio paterno ed ha trovato la bellezza di 2 miliardi di lire, l'equivalente di circa un milione di euro. La donna racconta: "Mio zio paterno Salvatore emigrò molti anni fa a Berlino, dove si fece valere per la sua bravura come orafo. Lo zio è morto alcuni mesi fa, celibe e senza figli. Riordinando una delle case che mi ha lasciato in eredità ho trovato alcuni documenti che facevano riferimento a una cassetta di sicurezza aperta molti anni prima dallo zio in una filiale della Deutsche Bank di Berlin". Quando Sara ha aperto la cassetta ha trovato Bot del Tesoro da 10, 50 e 100 milioni di lire, oltre a molto denaro contante in lire e marchi tedeschi. A quel punto, come è ovvio, ha deciso di cambiare quel "bottino" in euro e qui sono iniziati i problemi.

Il cambio della valuta tedesca infatti ha necessitato di appena una decina di giorni. La donna ha ottenuto 730mila euro, poi ha avviato la pratica per effettuare la stessa operazione dalla Lira. Si è recata in uno sportello Bankitalia a Milano, ma le è stato risposto che in base al decreto Monti del 2011 "le vecchie lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell’Erario con decorrenza immediata e che il relativo controvalore è versato all’entrata del bilancio dello Stato per essere assegnato al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato". Insomma, quel denaro di proprietà dello zio Salvatore non può essere incassato, così Sara è stata costretta a rivolgersi alla Federazione Nazionale Consumatori per cercare di ottenere quello che le spetta. Ma la sua amarezza è dovuta anche all'estenuante pratica burocratica che sarà costretta a fronteggiare: "Da italiana che vive all’estero da molti anni non posso non far notare che in Germania ci son voluti dieci giorni per ottenere valuta corrente dai vecchi marchi, e si parla della bella somma di 730.000 euro, mentre nel mio Paese non è possibile altrettanto".

58 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views