Era stato scarcerato per la strage di via D’Amelio: nuovamente arrestato boss di mafia
Salvatore Profeta, 66 anni, è stato arrestato dagli agenti della Dia di Palermo insieme ad altre cinque persone perché considerato uno dei boss di Cosa Nostra. L'uomo, ingiustamente condannato all'ergastolo nel 2011 con l'accusa di aver preso parte alla strage contro il giudice Borsellino, venne scarcerato nel 2011 ma da allora secondo gli inquirenti sarebbe tornato a comandare nel rione palermitano di Guadagna, tanto che persino una processione della Madonna gli aveva reso omaggio in segno di rispetto, sostando davanti alla sua casa.
Secondo l'inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Profeta avrebbe ripreso in mano le redini del clan Guadagna, che controlla ingenti quantitativi nel traffico di droga. Al sessantaseienne farebbero capo le pianificazioni delle estorsioni e l'organizzazione di alcune rapine per finanziare l'attività criminale. Sotto la sua reggenza il clan di Cosa Nostra sarebbe tornata ad avere un modus operandi vicino a quello delle origini, infarcito di riferimenti religiosi e tipico di quella criminalità organizzata che Profeta aveva conosciuto prima di finire in carcere per la strage di via D'Amelio.
Determinante, ai fini dell'arresto dell'uomo, è stato il recente assassinio di Mirco Sciacchitano: non un boss, ma un piccolo criminale che si muoveva nel sottobosco della droga, che tuttavia è stato ucciso da un commando di killer, come si fa con i leader di Cosa Nostra. La sua morte doveva essere un segnale per tutti. Dice il questore di Palermo, Guido Longo: "La mafia palermitana continua ad avere una grande capacità di riorganizzarsi, nonostante arresti e processi a raffica. E si riorganizza secondo vecchi modelli, soprattutto quando a guidare i clan sono personaggi della vecchia guardia appena scarcerati".