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Epidemia di Aids in Cambogia, infette 82 persone. Mistero sulle cause: colpa di un medico?

Il dottor Yem Chren avrebbe riutilizzato aghi infetti per vaccinare la popolazione da altre malattie. A colpire le autorità di Phnom Penh è stata la contrazione del virus da parte di pazienti con più di 80 anni.
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Allarme Aids in Asia, più di 80 persone sono state contagiate dal virus di immunodeficienza acquisita in un piccolo villaggio sito nella provincia di Battambang, nella regione Nord occidentale della Cambogia. Secondo le autorità locali, che nel corso delle ultime ore hanno confermato l'alto numero di persone infette specificando che tra i contagiati rientrano sia giovani che anziani e sia uomini che donne riferendo della tendenziale omogeneità dei pazienti sotto osservazione, la diffusione del virus potrebbe essere legata all'utilizzo prolungato, e quindi di fatto criminoso, di aghi e siringhe usati per la profilassi di altre malattie. “È un avvenimento estremamente raro che un numero così alto di persone venga contagiato nello stesso posto dal virus – ha affermato Marie-Odile Emond, direttrice nazionale dell'agenzia delle Nazioni Unite UnAids –. Per questo motivo è davvero necessario capire con certezza cosa sia successo e perché. Secondo quanto abbiamo appreso al momento, nessuna delle vie di trasmissione più comuni dell'Hiv (ovvero: il passaggio dalla madre al figlio, per via sessuale o attraverso l'uso di aghi infetti per l'assunzione di sostanze stupefacenti, ndr) si è verificata in questa specifica circostanza”. Le autorità di Phnom Penh hanno per il momento messo sotto osservazione l'intera area, lanciando un'indagine conoscitiva per cercare di capire quali possano essere state le cause scatenanti della diffusione del virus.

L'esperto

“Abbiamo somministrato il test a 556 persone – ha affermato Teng Kunthy, segretario generale dell'autorità nazionale per la lotta all'Aids –, e purtroppo 72 sono risultate positive, di cui 14 bambini. Il numero è straordinariamente più alto del normale. Tra le ipotesi che stiamo vagliando c'è quella secondo cui possano essere stati usati gli stessi aghi o altri strumenti medici. Ma questa è solo la prima ipotesi che si basa sull'esperienza, siamo al lavoro in queste ore per raccogliere quanti più dati possibile e chiarire quali siano state le reali cause scatenanti la diffusione del virus”. Al numero enunciato dal segretario Kunthy, le autorità locali hanno dovuto aggiungere altre dieci persone risultate positive ai test effettuati nelle ore successive, portando gli specialisti a lavoro sul posto ad ipotizzare che la diffusione del virus possa essere stata causata da iniezioni effettuate da medici di base a lavoro nella provincia. “A colpire – ha aggiungo Hei Sik, direttore per la provincia di Battambang del programma per la lotta all'Hiv/Aids – è sia l'elevato numero di contagiati in pochissime ore, sia e soprattutto che tra questi rientrano donne di età compresa tra i 70 e gli 80 anni”. Secondo quanto riportato dalle autorità locali impegnate nella lotta all'Aids, in particolar modo l'Autorità nazionale per la lotta al virus, circa trenta pazienti hanno ricevuto, nel corso delle scorse ore, iniezioni per contrastare la diffusioni di altre malattie quali tifo e febbri, da un medico illegale che opera nella zona.

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“La mia opinione è che il virus ci sia stato iniettato da un medico che opera da tempo in questo comune e che fino ad oggi non aveva mai causato problemi – ha affermato al Phnom Penh Post Seoum Chhorn, vice sindaco del comune di Roka, ovvero il villaggio ritenuto il cuore dell'epidemia cambogiana, risultato purtroppo positivo al test insieme alla moglie e a due nipoti –. Faccio appello al ministro della Salute e al nostro governo nazionale perché intervengano al più presto e ci aiuti immediatamente sia a contrastare, per quanto possibile, il male sia a individuare i responsabili di questa tragedia che ha sconvolto la nostra comunità”. Secondo la ricostruzione fornita dal vice sindaco Chhorn, il responsabile dell'epidemia potrebbe essere il dottor Yem Chren che, a quanto si apprende, ha abbandonato il villaggio di Roka e l'intera regione da poco meno di una settimana. Le autorità cambogiane hanno provato, nel corso degli ultimi giorni e in base alle segnalazioni fornite dagli abitanti della zona, a rintracciare il professionista accusato apertamente di aver operato senza le necessarie precauzioni mediche perché incompetente. Al momento, tuttavia, il professionista risulta essere ancora irreperibile. Per ora gli abitanti dell'area sono stati posti sotto osservazione e trattati con terapia antiretrovirale al fine di mantenere la malattia, per quanto possibile, sotto controllo. Il primo caso ufficiale di Hiv in Cambogia risale al 1991, da quel momento più di 76mila persone sono state infettate dal virus secondo i dati raccolti dall'UnAids. Il paese, secondo quanto riportano le cronache internazionali, sta lavorando sodo per provare a fermare la diffusione dell'Hiv/Aids e il primo ministro Hun Sen ha annunciato l'intenzione di debellare il male entro il 2020, mentre al momento le autorità nazionali hanno allocato poco meno di 3 milioni di euro per curare i pazienti infette dal virus.

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