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Epatite C, c’è l’accordo per il rimborso del farmaco che cancella il virus

L’Agenzia Italiana del Farmaco e Gilead Sciences hanno raggiunto l’accordo per la rimborsabilità del farmaco Sovaldi per il trattamento dei pazienti affetti da epatite cronica C.
A cura di Susanna Picone
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È stato raggiunto l’accordo tra l'Agenzia Italiana del Farmaco e Gilead Sciences per la rimborsabilità del farmaco Sovaldi (sofosbuvir) utilizzato per il trattamento dei pazienti affetti da epatite cronica C. La chiusura del processo negoziale – in occasione della riunione del Comitato Prezzi e Rimborso (CPR) del 30 settembre – è avvenuta nel rispetto dei tempi auspicati dal Ministro della Salute e indicati nel comunicato AIFA del 13 agosto scorso. L’Aifa ha precisato che l’accordo consentirà di trattare il più grande numero di pazienti in Europa, tenuto conto della più alta prevalenza della patologia in Italia. Il farmaco, il primo in grado di eradicare il virus dell’epatite C con percentuali di successo sul 90% dei malati – sarà disponibile nel più breve tempo possibile secondo progressivi criteri di appropriatezza specificati dalla Commissione Tecnico Scientifica (CTS). Secondo alcune stime potrà essere assicurato a oltre 30 mila pazienti solo in Italia: “È un accordo di grande impatto sanitario ed economico – ha spiegato il direttore dell'Aifa Luca Pani – che accoglie le esigenze dei pazienti”.

Il prezzo del farmaco ha scatenato le proteste delle associazioni di malati

In America la terapia, venduta a 84mila dollari a paziente (ogni pillola costa circa 600 euro e per un ciclo di terapia servono almeno 60000 euro), è già stata a data a circa 70mila malati mentre in Europa alcuni Paesi come la Germania, dove i casi sono relativamente pochi, l'hanno adottata subito, e altri 14, fra cui l'Italia e la Francia, hanno iniziato una trattativa per poter abbassare il prezzo. Nel nostro Paese la trattativa è stata fermata una prima volta dall’azienda lo scorso luglio, pur garantendo il farmaco in via compassionevole ai malati più gravi. Il prezzo del farmaco ha scatenato le proteste delle associazioni di malati: Epac onlus, Lila onlus, Nadir onlus, Plus onlus, in rappresentanza e di concerto con numerosi network europei di pazienti, hanno organizzato un sit-in a Milano la settimana scorsa per chiedere che la politica comprendesse l'urgenza di trovare soluzioni immediate e concrete per consentire l'accesso alle cure a tutti i malati in Italia e in Europa.

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