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Emiliano (PD): “Impresentabili? Ubbidisco all’antimafia. Poi ragioniamo su questo sistema”

La stoccata del candidato governatore PD in Puglia: “Dopo le elezioni si potrà valutare se questo sistema scelto dalla Commissione Antimafia corrisponda al diritto italiano e se abbia una utilità al fine di migliorare la qualità delle candidature”.
A cura di Gaia Bozza
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"Impresentabili nelle mie liste? Ubbidisco. Poi valuteremo se questo sistema corrisponda al diritto e sia utile". Michele Emiliano, renziano, già sindaco di Bari per undici anni, candidato del centrosinistra alla Regione Puglia, si smarca (per il momento) dalle polemiche rimandando di qualche giorno la questione e ribadisce di aver chiesto al suo candidato di ritirarsi. Ma al telefono con Fanpage.it parla senza mezzi termini della decisione della Commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi (Pd), che sta individuando – a pochi giorni dal voto e con le liste già chiuse da tempo – gli "impresentabili" setacciando le candidature. Uno di questi candidati giudicato "impresentabile" perché rinviato a giudizio, secondo le indiscrezioni, sarebbe Fabio Ladisa, candidato della lista ‘Popolari', che sostiene l'ex sindaco. "Posso dire poco – commenta al nostro giornale – Ci siamo attenuti a un ragionamento formale. La Commissione Antimafia ci ha segnalato che c'è una situazione di allarme su questo candidato e noi in automatico gli abbiamo chiesto  di ritirarsi dalla competizione elettorale". Poi la stoccata: "Dopo le elezioni si potrà valutare se questo sistema scelto dalla Commissione Antimafia corrisponda al diritto italiano e se abbia una utilità al fine di migliorare la qualità delle candidature". Dunque, l'ex sindaco se lo sta domandando? "Io sono candidato quindi in questo momento qualunque ragionamento su questo meccanismo rischia di essere frainteso. Preferisco ubbidire e successivamente valutare quando saremo fuori da questo clima che non aiuta l'obiettività del giudizio". Resta il nodo, centrale, che il gesto è solo politico: "Non è formale – risponde – ma è un gesto possibile".

Emiliano corre in alleanza con Nichi Vendola, il governatore uscente, per il quale ha parole di apprezzamento: "E' una bella storia e lui è un fuoriclasse della politica; io come sindaco di Bari – ricorda – e lui come presidente della Regione abbiamo tirato fuori la Puglia dalla destra. Prima questa era ‘l'Emilia nera', era una regione retriva, volendo usare un termine tradizionale ‘di sinistra'". Certo, ricorda che molto c'è ancora da fare, soprattutto su Ilva e sulla sanità: "Tra le prime cose che farò ci sarà una riunione per capire a che punto è il processo di riambientalizzazione dell'Ilva: o il pericolo si abbassa a zero oppure si chiude, non ci sono alternative; poi voglio rivoluzionare il sistema della sanità pugliese sottraendo alla politica le nomine del personale tutto".

Su salute, ambiente e territorio il dibattito è aperto più che mai sul Tap, il gasdotto per collegare Italia e Grecia che ha come punto di approdo una località del Salento, San Foca. Tra i sostenitori e gli oppositori, Emiliano è giusto al centro: "Nessun pugliese riesce a capire il motivo per cui l'approdo di un tubo – non particolarmente impattante per l'ambiente – debba arrivare sotto una delle spiagge più belle della Puglia". Ma il candidato governatore è per una soluzione mediana: "Scegliere un altro punto, come zone industriali vicino al mare, che nella regione ci sono".  Tra le priorità da affrontare c'è anche la spinosa questione Xylella, il batterio killer che sta colpendo gli ulivi del Salento: c'era una soluzione diversa a quella di tagliare gli alberi? "Non mi pare che ci siano soluzioni adottate contro la Xylella – è il giudizio, netto, di Emiliano –  Nessun politico ci ha messo la faccia. Tra le prime cose che farò, se sarò eletto, c'è l'assumere la responsabilità diretta del coordinamento per sconfiggere questo batterio".

Ma al di là dei temi e della querelle sugli impresentabili, c'è un altro "batterio" che sta inquinando la campagna elettorale; si tratta di un video-pirata diffuso dal Movimento 5 Stelle, che descriverebbe un'offerta di soldi in cambio di voti da parte di una presunta collaboratrice di un candidato, Gianni Filomeno, che appoggia Michele Emiliano. "Se quella telefonista è riconducibile a Filomeno – risponde il candidato dem –  collegare il rimborso spese per chi va a contare i voti nei seggi all'aspettativa è una pratica che ci fa schifo". Sull'episodio indagano Procura e Digos. Dunque Emiliano prende le distanze dal suo candidato? "Bisogna capire in che modo il candidato sia connesso a questa storia, anche se nel video chiarisce che intende pagare non per i voti ma per il rimborso spese, ma verificheremo. In ogni caso – taglia corto – il voto di scambio è un'altra storia, sono pacchetti di voti che vengono venduti a migliaia". E a proposito di fraintendimenti  e uscite insolite in campagna elettorale, qualche giorno fa in un forum Emiliano ha affermato: "Mi divide tutto da Matteo Salvini, ma devo riconoscere che egli coglie un aspetto cruciale quando dice che gli immigrati non devono essere trattati meglio degli italiani. Trovo che sia ingiusto, e perfino incostituzionale, immaginare di riservare agli immigrati un trattamento superiore rispetto a quello garantito ai cittadini italiani". La sinistra è insorta accusandolo di razzismo, la Lega ha risposto subito con un comunicato. Lui però si difende: "Lo abbiamo detto in maniera opinabile nella costruzione della frase, ma l'intento era dire che siamo per la parità di diritti tra migranti e cittadini e le strumentalizzazioni della sinistra lasciano il tempo che trovano. Per me parla la mia storia".

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