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Emiliano escluso dalle primarie Pd in Lombardia e Liguria. Boccia: “Faremo ricorso”

Il governatore della Regione Puglia non sarebbe riuscito a raccogliere le firme necessarie per la presentazione della propria mozione in tutte le province italiane: lo statuto del Pd prevede infatti che per poter essere ammesso alla competizione, il candidato debba raccogliere un numero minimo di firme valide in almeno la metà delle province di ogni singola regione italiana, pena l’esclusione.
A cura di Charlotte Matteini
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I residenti di Lombardia e Liguria non potranno votare Michele Emiliano alle primarie del Partito Democratico del prossimo 30 aprile. Come comunicato dalla commissione congressuale del Pd, la mozione che fa capo al governatore della Regione Puglia non sarebbe riuscito a raccogliere le firme necessarie per la presentazione della propria candidatura nelle due regioni e dunque, per questo motivo, il regolamento impone l'esclusione del nominativo del candidato dalla scheda che verrà distribuita agli elettori durante le primarie. In Lombardia e Liguria, quindi, gli iscritti e simpatizzanti del Partito Democratico potranno scegliere solamente da Andrea Orlando e Matteo Renzi. Michele Emiliano e il comitato promotore della mozione, però, si dicono sorpresi dalla decisione della commissione e annunciano battaglia: secondo quanto spiegato dai militanti vicini al presidente della Regione Puglia, la mozione Emiliano avrebbe raccolto le cinquanta firme necessarie alla presentazione della lista collegata solo nel collegio di Genova e in ulteriori 5 collegi lombardi.

Lo statuto del Partito Democratico, però, all'articolo 9, prevede che per l'ammissione alle primarie i candidati debbano raccogliere le firme in almeno la metà delle province di ogni singola regione italiana. "In ciascun Collegio può essere presentata una o più liste collegate a ciascun candidato alla Segreteria. Sono ammesse le liste presenti in almeno la metà dei Collegi di una Circoscrizione regionale. Le liste devono essere sottoscritte da almeno 50 iscritti in ciascun Collegio", recita il regolamento. Prima di annunciare la decisione, la commissione congressuale ha cercato una mediazione, proponendo l'ammissione del candidato nei soli collegi provinciali lombardi e liguri in cui la mozione aveva raccolto il sostegno minimo necessario. La proposta, però, è stata rigettata dal comitato di Emiliano. Al momento, quindi, è ormai certa l'esclusione del governatore della Regione Puglia dalla scheda che varrà distribuita in Lombardia e Liguria.

Boccia: "Le firme ci sono. Impugneremo l'esclusione"

"Le firme ci sono: in Liguria in tutti i collegi, in Lombardia in più della metà. Non mi pare ci sia nessun organo ufficiale del partito che comunichi l'esclusione, ma solo notizie diffuse ad arte che riteniamo infondate: la decisione è delle commissioni regionali, se e quando ci verrà notificata noi faremo appello. Non vorrei che il congresso del Pd diventasse un problema di burocrazia. È possibile che in qualche collegio le firme non siano state sufficienti, ma io mi appello al presidente della Commissione nazionale, Montanari, che valuterà le nostre ragioni e eventualmente all'organo di garanzia presieduta da Dal Moro", sostiene il deputato Francesco Boccia, sostenitore di Michele Emiliano.

A Francesco Boccia ha replicato prontamente il dem Ernesto Carbone, membro della Commissione Congresso: "La Commissione nazionale per il Congresso ha preso atto, dalle Commissioni regionali di Lombardia e Liguria, che la lista Emiliano non aveva raccolto le firme necessarie. Mi dispiace molto che non siano riusciti, ma è il regolamento che prevede l'esclusione, un regolamento approvato all'unanimità, con il voto anche di chi in quella commissione rappresentava Emiliano".

Cuperlo: "Deroga per Emiliano"

"Preso atto che la commissione per il congresso si è mossa nel rispetto delle regole approvate dalla Direzione penso che la presenza di Michele Emiliano sulla scheda delle primarie il 30 aprile sollevi un tema politico. Sarebbe un segnale di cura per la comunità larga dei democratici se i tre candidati alla segreteria concordassero una deroga e consentissero a Emiliano di partecipare alle primarie anche nelle due regioni dove, per l'assenza di liste a suo sostegno, in numerosi collegi non potrà concorrere all'assegnazione dei seggi nella prossima assemblea nazionale. Offrire agli elettori del Pd le tre opzioni e farlo comunque nel rispetto delle regole sulla ripartizione dei seggi (che vengono assegnati alle liste) può favorire una presenza più motivata e ampia ai gazebo. Abbiamo tutto l'interesse a fare del 30 aprile una bella festa della democrazia. Quindi rispetto delle regole certo, assieme a una giusta dose di apertura e buon senso", commenta invece l'ex presidente Pd Gianni Cuperlo.

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