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Emergenza rifiuti a Napoli, la città sommersa dall’immondizia dopo la chiusura di Chiaiano

Napoli, il cuore della guerra in Libia, affonda sotto 1700 tonnellate di rifiuti dopo la chiusura della discarica di Chiaiano per le infiltrazioni di percolato nel sottosuolo.
A cura di Alessio Viscardi
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Napoli spazzatura

Dopo le perquisizioni alla discarica di Chiaiano, che per gli inquirenti sarebbe stata costruita da ditte vicine al clan camorristico degli Zagaria – Mallardo con argilla incapace di impermeabilizzarne gli argini, Napoli affonda in una nuova e più terribile emergenza rifiuti: con gli Stir saturi e nessun altro posto dove depositare l'immondizia, in città di sono ammassate in pochi giorni ben 1700 tonnellate di spazzatura. Una quantità destinata tragicamente ad aumentare nei prossimi giorni, senza alcuna alternativa all'orizzonte. La cava di Cupa di Cani di Chiaiano, un invaso che teoricamente doveva ingoiare 700 mila tonnellate di “tal quale”, è l'unica discarica attiva nella provincia di Napoli – ad esclusione della S.A.R.I. di Terzigno in cui possono conferire soltanto i diciotto comuni della zona rossa vesuviana. Con la chiusura di Chiaiano per i rilievi tecnici, a Napoli torna il dramma infinito dell'emergenza rifiuti.

Le situazioni più drammatiche nella periferia est di Napoli, in quel triangolo di emarginazione che racchiude Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio. Qui sembra essere tornati ai livelli del 2008, quando montagne di spazzatura impedivano la viabilità sugli stradoni di cemento tra le case popolari. Ma anche la centralissima via Toledo, cuore pulsante dello shopping partenopeo, torna ad annaspare tra quintali di spazzatura sui marciapiedi. Non è esente dalla nuovissima emergenza rifiuti nemmeno il quartiere Vomero, quello della “Napoli bene”. Via Tasso, Corso Vittorio Emanuele, ovunque le stesse scene: auto incastrate da colline di rifiuti, cassonetti scomparsi sotto il peso dei variopinti sacchetti di immondizia depositati dai cittadini. Ben presto, torneranno anche i roghi e la diossina – come certificato ieri dal rapporto Sebiorec – tornerà ad avvelenare il sangue dei napoletani.

Lunedì mattina ci saranno 2 mila tonnellate in strada e nessun posto dove conferire i rifiuti. Napoli, il cuore strategico della guerra in Libia e dell'operazione militare “Odissea all'Alba” non riesce nemmeno a smaltire i propri scarti.

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