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Elezioni Usa, la Casa Bianca teme lʼattacco russo e penetra nella rete del Cremlino

“Violati anche i sistemi russi di elettricità e telecomunicazioni” annuncia la NBC. Una sorta di avvertimento a Mosca quello del Pentagono: “Non ci disturbate in vista delle elezioni, perché sappiamo come rispondere”. E intanto Assange getta fango sui democratici.
A cura di Biagio Chiariello
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La Casa Bianca teme un potente attacco hacker dalla Russia o da altri Paesi ‘nemici’ con l'obiettivo di creare problemi il prossimo martedì, 8 novembre, cioè il giorno delle elezioni presidenziali. In tale ottica, . avrebbe prodotto un’azione similare, coordinata dalla Casa Bianca e dal Dipartimento per la sicurezza nazionale, col supporto del Pentagono, i cui hackers sarebbero riusciti a "violare" il Cremlino. E’ quanto rivelato dalla NBC, che cita alcuni documenti top secret dell'intelligence americana di cui il network è venuto in possesso.

In particolare, i pirati informatici del Pentagono sono riusciti a penetrare i sistemi di comando del Cremlino, ma anche  nella rete elettrica e  in quella delle telecomunicazioni della Russia. La Nbc parla comunque di “azione dimostrativa”, una sorta di raccomandazione a Mosca nell’ambito della cosiddetta “strategia della deterrenza”, che però può concretizzarsi in un vero e proprio cyber-attacco se Mosca dovesse tentare di ostacolare l’Election Day. Pronta comunque la replica russa: “Le misure per assicurare la cyber-sicurezza e la sicurezza dei sistemi informativi sono al momento capaci di fronteggiare le minacce ufficialmente ventilate contro di noi dai rappresentanti di altri paesi”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov commentando le indiscrezioni della NBC.

E nel frattempo Julian Assange aggiunge pepe agli ultimi giorni di campagna elettorale con una dichiarazione che fa storcere il naso ai Democratici. La guerra in Libia è stata “la guerra di Hillary Clinton”, afferma il padre di Wikileaks durante l’intervista rilasciata a John Pilger e trasmessa da RT, il network vicino proprio al Cremlino. “Barack Obama all’inizio si è opposto. E chi è stato a sponsorizzarla? Hillary Clinton. E lo si può vedere chiaramente nelle sue email”. Assange sostiene poi che la candidata democratica fosse interessata al conflitto in Libia non tanto per il petrolio “a buon mercato” ma perché avrebbe potuto sfruttarlo “nella sua corsa alla presidenza”.

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