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Elezioni provinciali: perché si è votato, dove e chi ha vinto

Nella giornata di ieri si è votato per il rinnovo dei consigli provinciali in oltre trenta territori. La riforma entrata in vigore nell’aprile del 2014, in effetti, non ha abolito del tutto le province: le ha solo sostituite con nuovi enti e ha modificato i meccanismi di voto. Tra i risultati, spicca il primato del centrosinistra.
A cura di C. T.
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province abolite funzioni e assunzioni

Nonostante si parli da tempo di abolizione delle province, nella giornata di ieri si è votato per il rinnovo dei consigli in oltre trenta territori. In sedici casi era prevista l'elezione anche dei nuovi presidenti. Non, però, elezioni classiche, ma "di secondo livello": ciò significa che alle urne non sono stati chiamati i cittadini, ma solo i sindaci e consiglieri di 2.427 comuni italiani, per il rinnovo dei rispettivi consigli.

Perché si è votato

La riforma entrata in vigore nell'aprile del 2014 con la legge Dario, in effetti, non ha abolito del tutto le province: le ha solo sostituite con nuovi enti e ha modificato i meccanismi di voto. Le province sono diventate assemblee formate dai sindaci dei Comuni che fanno parte dell'area e da un presidente (che è un sindaco eletto dai sindaci e dai consiglieri dei comuni della Provincia e resta in carica quattro anni) oltre a un terzo organo, il consiglio provinciale, formato dal presidente della provincia e da un gruppo di dieci-sedici membri che resta in carica due anni.

Il numero dei Consiglieri provinciali varia a seconda della fascia della popolazione della Provincia e va da un minimo di dieci ad un massimo di sedici. Il sindaco che consegue il maggior numero dei voti "ponderati" vine eeltto presidente : il voto di ciascun elettore, infatti, è armonizzato in modo che sia proporzionale al numero di cittadini rappresentati dal consigliere e dal sindaco nel corpo elettorale della provincia. La stima è fatta in base alla popolazione residente nel Comune di appartenenza. Se si verifica una situazione di parità, viene eletto il più giovane tra i contendenti. Oltre al voto ponderato, per il Consiglio provinciale è previsto anche un voto di lista: l'elettore potrà quindi esprimere un voto di preferenza per uno dei candidati compreso nella lista.

Dove si è votato

I territori interessati dalle consultazioni di ieri sono quelli di Ancona, Ascoli, Belluno, Brescia, Como, Forlì, Frosinone, Grosseto, La Spezia, Latina, Lecco, Livorno, Monza, Novara, Padova, Perugia, Pesaro, Pisa, Pistoia, Prato, Rieti, Rovigo, Salerno, Savona, Siena, Teramo, Terni, Verbano, Verona e Vicenza. A Pescara, Chieti, Isernia, Potenza, Matera, Foggia, Taranto, Brindisi e Lecce, il voto è stato spostato a causa delle condizioni meteo piuttosto critiche. Altri sei consigli provinciali, invece, saranno votati tra il 9 e il 29 gennaio – in altre 27 si è votato già tra settembre e dicembre.

I risultati

A Latina il Partito democratico è il primo per numero di voti raccolti e porterà in Consiglio il vicepresidente uscente Giovanni Bernasconi, Gerardo Stefanelli e Roberto Antonini. Segue la lista Provinciaviva, che conta anche esponenti di Ncd; gli eletti sono Pasquale Cardillo Cupo, Patrizio Avelli e Giovanni Trani. Poi la Lista Civiche Pontine, con Massimo Di Trento, Maria Ciolfi e Pasquale De Maio; e Forza Italia, che porta in Aula Vincenzo Carnevale, Giovanna Miele e Gianluca Taddeo. Anche in Umbria a vincere è il centrosinistra con Giampiero Lattanzi, sindaco di Guardea, eletto nuovo presidente della Provincia di Terni. A Perugia – dove non si votava per il presidente – il centrosinistra ha ottenuto la maggioranza, con il 69,3% dei voti. Il centrodestra con "Provincia Libera" invece si attesta al 30,7%. Stesso discorso anche a Brescia – dove su sedici posti il Pd ne ottiene otto oltre alla presidenza – e ad Ancona e Pesaro Urbino.

Pd vincente anche a Salerno (con tredici seggi contro tre del centrodestra), mentre la provincia di Grosseto è guidata per la prima volta dal centro destra con la vittoria di Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto.

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