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Elena Ceste: storia di un omicidio premeditato

Elena Ceste, la difesa del marito chiede assoluzione: “Non c’è nessun omicidio da punire”

In primo grado Buoninconti è stato condannato a 30 anni perché ritenuto responsabile della morte della moglie, Elena Ceste. Oggi a Torino gli avvocati dell’imputato hanno tentato di convincere la corte d’Assise di smontare la tesi dell’accusa che ha chiesto la conferma della condanna.
A cura di Susanna Picone
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È ripreso questa mattina in Corte d'Assise d'Appello a Torino il processo a Michele Buoninconti, l’ex vigile del fuoco di Costigliole d’Asti condannato in primo grado a trenta anni per l'omicidio della moglie Elena Ceste, scomparsa da casa il 24 gennaio del 2014 e ritrovata senza vita nel Rio Mersa il 18 ottobre successivo. È stato questo il giorno dell’ultimo appello della difesa necessario per tentare di ribaltare la sentenza di condanna a Buoninconti. “Qui non c'è nessun omicidio da punire. Ma se si parte da premesse errate si arriva inevitabilmente a conclusioni assurde”, ha detto l'avvocato Giuseppe Marazzita, che con il collega Enrico Scolari difende il marito di Elena Ceste. “Le analisi del terriccio e il corpo senza segni di violenza sono solo alcuni degli elementi che dimostrano che Elena Ceste non è stata uccisa. Così come la frattura del coccige riscontrata sul cadavere, che sembra essere conseguenza di una caduta avvenuta quando la donna era ancora in vita – ha detto uno dei due avvocati in aula – Se poi ci si sofferma sulle celle telefoniche, si nota come Buoninconti non avrebbe avuto il tempo, quella mattina, di uccidere la donna e occultare il cadavere”.

Legali Buoninconti chiedono assoluzione – La richiesta avanzata dai legali di Buoninconti è assoluzione e, in subordine, esclusione dell’aggravante della premeditazione. “Abbiamo chiesto l'assoluzione e siamo fiduciosi e lo è anche Buoninconti che ha seguito il processo con molta attenzione”, ha poi sottolineato al termine dell'udienza l’avvocato Marazzita, che ha ribadito: “In questo processo tutto si gioca nella premessa, l'accusa esclude la morte accidentale che invece a nostro parere è possibile per diversi motivi, tra cui le condizioni del corpo della vittima”.

Sentenza il 15 febbraio – Nella precedente udienza del processo il pm Laura Deodato aveva chiesto la conferma della condanna a trenta anni per Michele Buoninconti. La prossima udienza è in programma il 15 febbraio, data in cui è prevista anche la sentenza.

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