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Egitto, dopo il disastro aereo turisti in fuga da Sharm: cancellate 80% prenotazioni

Dopo il disastro del volo Metrojet precipitato in Sinai è fuga dei turisti da Sharm el Sheikh. Alberghi e resort sono vuoti: sarebbero circa 80% le cancellazioni sulle prenotazioni, mentre il 40% dei visitatori presenti ha fatto i bagagli e ha lasciato l’Egitto.
A cura di C. T.
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Dopo il disastro del volo Metrojet precipitato in Sinai – in cui hanno perso la vita 224 persone – è fuga dei turisti da Sharm el Sheikh. Alberghi e resort sono sempre più vuoti, molte le partenze e pochissimi gli arrivi. Secondo il capo della Camera per il Turismo della località, Hussein Fawzy, sarebbero circa 80% le cancellazioni sulle prenotazioni registrate dal giorno dello schianto. Quasi la metà – circa il 40% – dei turisti presenti, invece, ha fatto i bagagli e ha lasciato Sharm. In questo fenomeno, un grosso peso l'avrebbe il decreto firmato dal presidente russo Vladimir Putin sul divieto dei voli dalla Russia verso l'Egitto. Un divieto che, secondo alcune fonti, è destinato a durare. Il risultato è che i circa due milioni di russi che avevano comprato un volo o un pacchetto verso la località turistica non potranno raggiungerla.

Fino a questo momento, nonostante le minacce jihadiste, il tessuto turistico aveva tenuto e, anzi, si sperava in un momento migliore. "Abbiamo appena passato 5 anni veramente duri per il turismo in Egitto. La nostra economia è stata messa a dura prova, la gente sperava in una ripresa ma ora è tutto in pericolo" ha commentato un dipendente di un Hotel di Sharm el Sheikh. La situazione nel Paese nord africano, infatti, non è rosea, e in futuro potrebbe anche peggiorare. Il ministero del Turismo ha stimato che l'Egitto potrebbe perdere 2,2 miliardi di lire locali in valuta pregiata al mese a causa dell'assenza dei turisti. Una cifra che corrisponde a circa 254 milioni euro. Per far fronte a questo rischio, il ministro Hesham Zaazou ha annunciato di voler provare a compensare le perdite. Una delle carte da giocare potrebbe essere una campagna promozionale mirata soprattutto a Russia e Gran Bretagna. Un'operazione che, però, costerà 4 milioni e mezzo di euro.

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