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Editoria, Fieg: nel 2013 un milione di lettori in più per i quotidiani online

Nel rapporto presentato dalla Fieg si rileva la caduta degli introiti pubblicitari e dei lettori della carta stampata solo parzialmente mitigata dall’aumento dei lettori online.
A cura di Antonio Palma
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Editoria italiana ancora in crisi con molte ombre  e solo qualche flebile luce soprattutto proveniente dai giornali online. È la fotografia dello stato di salute di quotidiani e periodici del nostro Paese fatta dall'ultimo rapporto della Fieg, la Federazione Italiana Editori Giornali, dal titolo “La Stampa in Italia 2011-2013”. Come ha spiegato il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, durante la presentazione del Report a Roma, all'appello mancano infatti ormai oltre tre milioni di lettori persi negli ultimi tre anni, solo parzialmente compensati dai lettori dei giornali sul web, circa un milione in più. I lettori dei siti web delle stesse testate quotidiane infatti hanno compiuto un balzo notevole salendo da 2,7 a 3,7 milioni,  con un incremento cumulato del 36,2%. Anche i lettori dei siti web dei periodici sono saliti del 20,9%, un tasso di crescita considerato "sostenuto" anche se di dimensioni più contenute rispetto a quello fatto registrare dai quotidiani. Il 2013 è stato comunque un anno ancora critico per i ricavi dell'editoria italiana soprattutto per quanto riguarda la pubblicità. L'anno scorso, infatti, il fatturato pubblicitario dei quotidiani è sceso del 19,4%, dato soltanto in parte attenuato dalla maggiore tenuta dei ricavi da vendita delle copie.

“All’origine dei gravi problemi in cui si dibatte la stampa va senza dubbio indicato il calo degli introiti pubblicitari" hanno spiegato dalla Federazione degli editori, aggiungendo: "Gli effetti della crisi economica non hanno risparmiato nessun settore dell’informazione, a cominciare da Internet. Gli effetti più drammatici si sono però prodotti in quei settori, come la carta stampata, in cui erano già presenti e operanti criticità ascrivibili, in parte, all’avvento delle nuove tecnologie di informazione e comunicazione, in parte, certamente non secondaria, allo squilibrio endemico del mercato pubblicitario italiano drogato da uno strapotere televisivo che continua a perpetuarsi. L’Italia è l’unico tra i paesi ad economia avanzata dove la televisione assorbe una quota di mercato del 55%". Anche per questo, come ha assicurato il sottosegretario all'Editoria Luca Lotti, il Governo è pronto ad intervenire nel settore. Dopo Pasqua il governo ha in programma degli incontri con le categorie per “illustrare le linee guida che vogliamo portare avanti per l'attuazione di questi decreti” legati al cosiddetto "fondo Legnini" per l'editoria, ha spiegato Lotti, sottolineando che al momento i punti cardine sono "assunzione dei giovani e ristrutturazioni delle crisi aziendali, che dovranno dare delle garanzie sull'occupazione".

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