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Ecco il piano del Governo per chi vuole andare prima in pensione

Tommaso Nannicini, sottosegretario a Palazzo Chigi, anticipa i contenuti del piano sui pensionamenti anticipati cui sta lavorando il Governo.
A cura di Redazione
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Da tempo ormai si ragiona sulla necessità di apportare modifiche al sistema previdenziale italiano e sul piatto ci sono già alcune proposte interessanti, non da ultime quelle dei sindacati e dello stesso presidente dell’INPS Tito Boeri. A quanto si apprende in queste ore, però, l’iniziativa sarebbe ancora in mano al Governo che starebbe lavorando a un position paper sulle pensioni la cui diffusione è prevista per la prima settimana di maggio.

Ad anticipare i contenuti della proposta del Governo è Tommaso Nannicini, consigliere di Matteo Renzi alla Presidenza del Consiglio, con una lunga intervista al Messaggero. Il piano dell’esecutivo si concentrerebbe sulla possibilità di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro per andare in pensione e si articolerebbe in tre distinti provvedimenti, relativi a “tre categorie”. Spiega Nannicini:

La prima è quelle delle persone che hanno una preferenza ad andare in pensione prima, ad esempio la nonna dipendente pubblica che vuole accudire i nipotini. La seconda è quella di chi ha necessità di andare in pensione anticipatamente, in quanto ha perso il lavoro e non ha ancora i requisiti d'uscita. La terza categoria sono i lavoratori che l'azienda vuole mandare in pensione prima per ristrutturare l'organico aziendale. Ebbene, si potrebbe provare a creare un mercato di anticipi pensionistici, che oggi non c'è, coinvolgendo governo, Inps, banche, assicurazioni"

L’idea del “mercato di anticipi” (una sorta di prestito pensionistico), terrebbe dunque conto della volontà del soggetto: nel primo caso la penalizzazione sull'assegno mensile sarebbe leggermente più forte (e l’anticipo della pensione dovrebbe essere finanziato dalle banche); nel secondo caso a farsi carico dell’anticipo sarebbe lo Stato (come una sorta di prosecuzione dell’indennità di disoccupazione, insomma); nel terzo caso, invece, “saranno le aziende (che appunto decidono di ristrutturare, ndr) a coprire una parte dei costi dell'anticipo”.

In linea di principio, si tratta di un ragionamento simile a quello fatto da Boeri nella sua proposta, con il contribuente che “potrebbe decidere di andare in pensione prima, rinunciando a una parte del proprio assegno mensile”. Ma, ovviamente, bisognerà attendere le specifiche del piano e le simulazioni di uscita per capire in che misura la proposta potrebbe essere conveniente per chi andrà in pensione anticipata, per volontà propria o di altri.

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