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Ebola, Francia accoglie impiegato Onu affetto dal virus

L’impiegato delle Nazioni Unite è ora in isolamento all’ospedale Armèe Begin, in Francia. Le autorità sanitarie nazionali: “Non si registrano altri casi nel Paese”.
A cura di Angela Marino
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Un impiegato delle Nazioni Unite affetto dal virus Ebola è stato accolto nei confini francesi per ricevere cure."Questa persona che lavorava in Sierra Leone nell'ambito della lotta contro Ebola è stata medicalizzata ed evacuata a bordo di un aereo speciale" si legge nel comunicato diramato dal ministero della Sanità francese, che ne ha dato notizia.

Il paziente, fanno sapere le autorità sanitarie, è stato posto "in isolamento in una stanza di massima sicurezza all'ospedale Armèe Begin (Saint-Mandè)" nelle vicinanze di Parigi. Poi ha specificato: "Non ci sono altri casi confermati di Ebola sul nostro territorio". Quello del funzionario Onu non è il primo caso di Ebola in Francia. Ad ottobre, infatti,  un'infermiera di Medici senza Frontiere era stata curata dopo aver contratto la febbre emorragica riuscendo a sconfiggere il virus.

Migliora il medico americano

Migliorano intanto le condizioni di Craig Spencer, il medico di New York ricoverato in isolamento al Bellevue Hospital, a Manhattan, in America, dopo una diagnosi di Ebola. I medici che lo assistono hanno definito "stabile" il quadro clinico generale del 33enne. Il paziente aveva manifestato i primi sintomi della malattia, alcuni giorni dopo il suo rientro a New York dalla Guinea, uno dei Paesi dell'Africa occidentale in cui la diffusione del virus ha assunto i contorni di una vera e propria epidemia. Riguardo al trattamento del medico americano, era stato applicato il protocollo normale per la profilassi anti-Ebola, tuttavia le procedure di controllo delle persone e degli oggetti con cui il 33enne è venuto a contatto è stato reso difficile dagli spostamenti in città del medico americano, che, non avendo manifestato alcun sintomo aveva frequentato amici e conoscenti, aveva viaggiato in metropolitana, era stato a cena in un ristorante ed era andato a giocare a bowling. Tali circostanze hanno fatto scattare l'allarme delle autorità statunitensi che hanno imposto la quarantena obbligatoria per le persone in arrivo dai Paesi colpiti dall'epidemia.

Ormai fuori pericolo, Nina Pham l'infermiera 26enne di Dallas guarita la settimana scorsa dalla malattia, ha potuto rivedere Bentley il suo cane, allontanato dalla proprietaria e messo in quarantena per precauzione dopo la notizia del contagio della donna. Dopo che le autorità di Madrid avevano abbattuto, in un caso analogo, il cane di un'infermiera spagnola malata di ebola, l'attenzione generale si era concentrata sul King Charles Spaniel.

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