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Ebola, due medici italiani in quarantena a Milano

Un chirurgo e un’ostetrica sono stati evacuati dalla Sierra Leone la scorsa settimana e dovranno rimanere in quarantena, in via precauzionale, fino al 5 novembre.
A cura di D. F.
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Si chiamano Chiara Maretti e Paolo Setti e sono rispettivamente un'ostetrica di 30 anni e un chirurgo di 60. La scorsa settimana sono rientrati da un viaggio in Sierra Leone a Milano: nel paese africano, uno di quelli colpiti dall'epidemia di ebola, hanno lavorato per quasi tre mesi per Cuamm Medici con l’Africa in una città dove il virus ha fatto non poche vittime. Fino al 5 novembre i due dovranno rimanere in quarantena: sono stati evacuati da Pujehun in fretta e furia dopo 130 giorni alle prese con malati di ogni tipo. Quando sono rientrati hanno trovato ad attenderli medici e infermieri del presidio aeroportuale. Mascherine, termometri laser e questionari. Gli esperti dell’ospedale Sacco di Milano, in accordo con l'Ong per la quale i due lavoravano, hanno chiesto l’isolamento a casa per 21 giorni, ovvero la durata dell'incubazione della malattina.

La storia di Chiara e Paolo è stata raccolta dal Corriere. I due da una settimana vivono isolati dal resto del mondo: non possono vedere nessuno e fino al 5 novembre vivranno barricati in casa. Le provviste gli vengono discretamente lasciate fuori dalla porta, ma ogni contatto è severamente vietato, malgrado il virus sia contagioso solo quando palesa i suoi sintomi. Al corriere la ragazza racconta di essere stata recuperata in aeroporto dal fratello "con l’auto tappezzata di teli e asciugamani. Gli ho detto: “Oh, guarda che sono infettante solo se ho i sintomi". Dall'Asl arrivano tre chiamate al giorno per tastare la situazione e tenere tutto sotto controllo.

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