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Ebola, altri soldati Usa in arrivo a Vicenza. Zaia: “Li rimandino in patria”

Altri militari americani rientreranno nelle prossime ore dall’Africa nella base italiana. Interviene il presidente del Veneto Luca Zaia: “Sarebbe stato più rispettoso far svolgere ai militari rientrati dalla Liberia la quarantena a casa loro”.
A cura di Susanna Picone
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Il generale Derryl Williams, che è tra i soldati americani messi in isolamento nella caserma Usa “Del Din” di Vicenza dopo essere tornati dalla Liberia devastata dal virus Ebola, ha detto che altri militari rientreranno nelle prossime ore in Italia. E sulla vicenda dei militari messi precauzionalmente in isolamento nel nostro Paese è intervenuto anche il presidente del Veneto, Luca Zaia. “Confermiamo l’amicizia con gli Stati Uniti, a cui restiamo assolutamente fedeli. Ma riteniamo che sarebbe stato più rispettoso far svolgere ai militari rientrati dalla Liberia la quarantena a casa loro e non in Veneto, anche se sono di stanza a Vicenza”, ha affermato Zaia. “Porrò la questione all’ambasciatore americano e mi auguro che lo faccia anche il Governo, perché al Veneto tocca porsi il problema per il fatto che altri, a livello nazionale, non se lo pongono”, ha aggiunto Zaia. Il presidente del Veneto ha parlato di una “questione di principio”, di “non mandare nessuno a fare quarantene in giro per il mondo, come del resto noi non facciamo con i nostri militari”. Senza creare allarmismi, ha continuato Zaia, “un discorso è la sfortuna, un altro portarsi a casa persone provenienti da Paesi a rischio”.

Rientro dei militari in Italia deciso dai vertici Usa

Il generale Williams, da parte sua, ha spiegato che il rientro dei militari americani, che resteranno in quarantena per 21 giorni, è stato deciso dai vertici Usa e che loro hanno solo obbedito agli ordini. Secondo il generale William, comunque, stanno tutti bene e l'unica preoccupazione “resta l'eventuale rischio malaria, per il quale – ha aggiunto – stiamo continuando la profilassi”. Per quanto riguarda i prossimi militari che rientreranno dalla Liberia la profilassi sarà la stessa dei primi 11, ma i gruppi non verranno mai messi in contatto per evitare che chi sta proseguendo, o ha già fatto la quarantena, sia costretto a ripetere la profilassi.

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