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“È troppo effemminato”: il tribunale dei minori toglie 13enne alla madre

Il tribunale dei Minori di Padova, su allerta dei servizi sociali, ha provveduto ad allontanare un tredicenne dalla propria madre motivando la decisione con una sentenza nella quale si rileva la necessità di provvedere alla separazione del figlio in quanto “tende in tutti i modi ad affermare che è diverso e ostenta atteggiamenti effeminati in modo provocatorio”.
A cura di Charlotte Matteini
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tribunale sentenza contratto

Una vicenda giudiziaria che va avanti da tempo e che, stando alle cronache, affonda le sue radici in una storia di abusi sessuali commessi del padre del tredicenne protagonista della caso. Il padre del ragazzino fu assolto da ogni accusa nonostante i giudici all'epoca rilevarono che "non c’è motivo di dubitare dei fatti raccontati dal bambino". Da quell'accusa di abusi sessuali, seppur caduta in sede giudiziaria, il bambino venne affidato a una comunità diurna, dalle 7 alle 19, e proprio in quella sede alcuni educatori notarono i comportamenti "troppo effemminati" del ragazzino e segnalarono l'accaduto ai servizi sociali, che provvidero ad allertare il tribunale. "La storia di Marco (nome di fantasia ndr) però è molto complessa. La madre ha denunciato il padre per abusi sessuali. Il processo si conclude con un assoluzione per insufficienza di prove ("Anche se nella sentenza si dice che non si ha motivo di dubitare dei fatti raccontanti dal bambino", sostiene l’avvocato)", racconta Il Mattino di Padova, che ha approfondito la vicenda. La madre del bambino, però, viene indicata dai servizi sociali come la responsabile del "comportamento oppositivo" del figlio nei confronti del padre, che non vuole più incontrare. In seguito alla segnalazione da parte dei servizi sociali, il tribunale dei minori di Padova ha sancito l'allontanamento definitivo dalla madre con una sentenza che farà molto discutere.

Sul quotidiano La Repubblica, nello stralcio riportato in un articolo pubblicato stamane, si rileva che i giudici avrebbero messo per iscritto, nero su bianco, che il 13enne "tende in tutti i modi ad affermare che è diverso e ostenta atteggiamenti effeminati in modo provocatorio", sancendo così un motivato allontanamento dell'adolescente dalla propria madre. Secondo la relazione dei servizi sociali, dalla quale ha preso il via l'iter giudiziario, l'atteggiamento ambiguo del tredicenne sarebbe dovuto al fatto che "il suo mondo affettivo risulta legato quasi esclusivamente a figure femminili e la relazione con la madre appare connotata da aspetti di dipendenza, soprattutto riferendosi a relazioni diadiche con conseguente  difficoltà di identificazione sessuale". Secondo i racconti dei servizi sociali, in alcune occasioni il ragazzino sarebbe andato a scuola truccato e con le unghie smaltate, episodi che hanno fatto scattare l'allerta degli assistenti sociali, occasioni però smentite dalla madre del tredicenne che ha spiegato che in realtà quel trucco faceva parte di un semplice travestimento di Halloween risalente a quando il bimbo frequentava la terza elementare.

Secondo Il Mattino di Padova, il decreto emesso dal tribunale dei Minori ha di fatto "dichiarato decaduta la patria potestà" di entrambi i genitori e inoltre rileva che il bambino "nella relazione con i pari e gli adulti è aggressivo, provocatorio, maleducato, tende a fare l’eccentrico. Tende in tutti i modi ad affermare che è diverso e ostenta atteggiamenti effeminati in modo provocatorio" e sostiene la necessità di "permettere a Marco un funzionamento differenziato rispetto a quello materno e di avere uno spazio che gli consenta di incontrare i suoi pensieri ed i suoi desideri con conseguente percorso di revisione del suo mondo interno così come oggi lo percepisce".

"Trovo scandalosa la decisione di allontanare un ragazzino solo per l'atteggiamento effeminato. Mi sembra un provvedimento di pura discriminazione", ha dichiarato l’avvocato Francesco Miraglia, specializzato in diritto di famiglia, a Repubblica.

Tribunale dei minori: "Nessuna discriminazione, valutiamo la situazione generale"

"Non allontaniamo un minore dalla famiglia perché ha un atteggiamento effeminato. Noi non facciamo discriminazioni di natura sessuale o di tendenza. Il nostro interesse riguarda il comportamento complessivo di un minore se presenta o meno difficoltà. Ogni provvedimento che limita la responsabilità genitoriale è legato a una visione complessiva che riguarda l'adeguatezza o meno dei genitori a svolgere il proprio ruolo e la tutela del minore, che è il nostro interesse primario, può portare a una riduzione della loro stessa responsabilità", ha spiegato la presidente del tribunale per i minorenni di Venezia, Maria Teresa Rossi. Pur non entrando nel merito della vicenda, la Rossi sottolinea come vada valutata la situazione generale, legata ad atteggiamenti di aggressività, provocazione, educazione e complessità della situazione familiare segnalati dai servizi sociali, i quali esprimerebbero "un disturbo di personalità" e che la vicenda in oggetto è seguita da anni dai servizi e dal tribunale.

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