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È morto il giurista Stefano Rodotà

Il giurista e accademico italiano, Stefano Rodotà, è morto oggi, 23 giugno 2017.
A cura di Charlotte Matteini
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Il giurista e accademico italiano, Stefano Rodotà, è morto oggi, 23 giugno 2017. Calabrese, originario di un famiglia albanese della comunità arbëreshë, Rodotà è nato a Cosenza, in Calabria, nel 1933. Rodotà tornò nuovamente alla ribalta nel 2013 grazie alla candidatura a presidente della Repubblica proposta dall'allora neo-eletto Movimento 5 Stelle. Si è laureato in giurisprudenza alla Sapienza di Roma nel 1955 e ha consacrato la propria vita alla carriera accademica, ma anche politica. Esperto di diritto costituzionale e privacy, Stefano Rodotà ha insegnato nelle università di Macerata, Genova e Roma, dove è stato professore ordinario di diritto civile. Ha inoltre insegnato, però, anche all'Estero: alla Sorbonne di Parigi, in Usa, in America Latina, Australia, India e Canada. Dal 2013 è titolare del corso di Bioetica presso la Scuola di studi superiori dell'Università degli Studi di Torino.

Dopo essere stato iscritto a lungo al Partito Radicale di Mario Pannunzio, nel 1976 e nel 1979 rifiuta la candidatura proposta da Marco Pannella. Vien in seguito eletto deputato nel 1979 come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano, diventando membro della Commissione Affari Costituzionali. Viene rieletto nel 1983, membro e presidente del gruppo parlamentare Sinistra Indipendente. Nel 1989 venne nominato Ministro della Giustizia nel governo ombra creato dal PCI di Achille Occhetto. Nel 1992 torna per la quarta volta alla Camera, eletto nelle file del Pds. È stato vicepresidente della Camera, in sostituzione di Oscar Luigi Scalfaro, divenuto a stretto giro presidente della Repubblica, sempre nel 1992. Nel 1994 Rodotà decide di non ricandidarsi e torna alla carriera accademica. Dal 1997 al 2005 è stato il primo Garante per la protezione dei dati personali, mentre dal 1998 al 2002 ha presieduto il gruppo di coordinamento dei Garanti per il diritto alla riservatezza dell'Unione europea.

Nel 2013 venne candidato alla presidenza della Repubblica dal Movimento 5 Stelle, su mandato degli iscritti. Rodotà venne votato dal Movimento 5 Stelle, da Sinistra Ecologia Libertà e da alcuni parlamentari del Partito Democratico. In quella tornata elettorale, però, stante l'impossibilità di trovare un accordo trasversale, venne rieletto per un secondo mandato Giorgio Napolitano. Nonostante la candidatura, nel corso degli anni Rodotà non ha risparmiato critiche al Movimento 5 Stelle e al suo fondatore, Beppe Grillo, arrivando a litigare per via mediatica con il comico, che lo definì "un ottuagenario miracolato dalla rete", con riferimento appunto alla candidatura a presidente della Repubblica espressa via web dagli iscritti al Movimento.

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