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È morto a 96 anni Claudio Pavone, aprì il dibattito sulla Resistenza come guerra civile

Domani avrebbe compiuto 96 anni uno dei maggiori storici del Novecento italiano.
A cura di Redazione Cultura
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Claudio Pavone
Claudio Pavone

Claudio Pavone è scomparso a Roma, domani avrebbe compiuto 96 anni. Tra i più autorevoli storici italiani e uno degli ultimo grandi maestri del Novecento, autore di libri importanti, capaci di cambiare lo sguardo sulla storia. Nel suo lavoro più famoso, "Una guerra civile" (1991 Bollati Boringhieri), sostenne che la Resistenza oltre a essere una guerra di liberazione dai nazifascisti fu anche una guerra civile tra italiani. Una lettura innovativa, che suscitò un importante dibattito discussione tra le file dei partigiani.

Durante la Seconda guerra mondiale prestò servizio nella Guardia alla frontiera a Malles, nei pressi dei confini con Svizzera e Germania e pertanto lontano dai fronti di guerra, ma ha ottenuto una lunga licenza nell'aprile 1943 a causa della scomparsa del padre, già avvocato al servizio di Confindustria, che gli ha consentito di essere assunto come impiegato di Confindustria. Dall'autunno del 1943 prende parte alla Resistenza.

Tale esperienza, oltre ad incidere sulla sua coscienza civile e sulla sua visione politica, si rivelerà determinante anche per la sua attività di ricercatore scientifico nel campo storico, sia dal punto di vista dei campi prescelti sia da quello dell'orizzonte personale attraverso il quale analizzarli.

Finita la guerra, la sua occupazione sarà, per molti anni, quella di funzionario di archivi di Stato. Rilevante il suo ruolo nella sistemazione dell'Archivio Centrale dello Stato e nella progettazione e direzione della Guida generale degli Archivi di Stato. Gli archivi si riveleranno il luogo ideale per i suoi interessi e le sue passioni, consentendogli di venire, quotidianamente, a contatto con la gran parte dei documenti della, allora recentissima, storia italiana del fascismo, della seconda guerra mondiale e dell'antifascismo. Nel 2007 è stato insignito del Premio Internazionale Ignazio Silone per la saggistica.

Tra le imprese cui teneva di più era anche la sua rivista "Parolechiave", con cui indagava i temi della contemporaneità. Sposato con tre figlie, ha incontrato la seconda moglie, la storica Anna Rossi-Doria, con cui ha condiviso molti anni della sua intensa vita di uomo e studioso.

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