E’ in corso il sinodo sulla famiglia. Ma cos’è un sinodo?
Centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo stanno seguendo con attenzione i lavori del sinodo straordinario sulla famiglia convocato in Vaticano da papa Francesco, che terminerà il prossimo 19 ottobre, visti i temi all'ordine del giorno: comunione ai divorziati risposati, poligamia, abusi sui minori. Ma quanti sanno effettivamente cosa sia un “sinodo” e cosa significhi questa parola?
Semplicemente, il sinodo è una assemblea. La parola deriva dal greco synodos e significa “cammino fatto insieme”. Quello che si sta svolgendo in Vaticano in questi giorni è un “sinodo dei Vescovi”, un tipo di assemblea istituita da Paolo VI nel 1965 per coadiuvare il Papa nella guida della Chiesa universale. Obiettivo del sinodo è di discutere su materie riguardanti le verità di fede o su argomenti di natura pastorale per trovare delle posizioni condivise. Non solo la Chiesa cattolica svolge regolarmente dei sinodi, ma anche le chiese ortodosse ed alcune chiese protestanti. Il primo sinodo di cui esista traccia scritta fu convocato a Gerusalemme già nel primo secolo dopo Cristo e se ne parla negli Atti degli Apostoli.
La traduzione della parola greca “synodos” in latino è “concilium”, che in italiano diventa “concilio”. I due termini sono, in pratica, dei sinonimi eppure, semplificando, la storia ha fatto sì che fossero identificati come “concili” i sinodi convocati per discutere i temi di maggiore importanza. Basti pensare al Concilio di Trento, che gettò le basi per la controriforma della Chiesa cattolica per contrastare sotto un punto di vista teologico, pastorale ed organizzativo la novità della riforma luterana o al Concilio Vaticano II convocato da Giovanni XXIII per dare nuova linfa alla Chiesa nel Ventesimo secolo. I concili si occupano di questioni di fondamentali per i cattolici: il primo fu quello di Nicea del 325 dopo Cristo, in cui fu stabilito in maniera definitiva che Gesù Cristo ha natura divina proprio come Dio Padre. In questi casi di parla di “Concilio ecumenico”, con potestà “suprema e universale” su tutto il mondo cattolico, a patto che i decreti finali siano confermati e promulgati dal Papa. Nei secoli addietro, molti concili sono stati convocati non dal Papa ma da imperatori, sotto la ratifica papale. In ogni caso, secondo alcuni studiosi, è possibile che un concilio si tenga senza la convocazione o l’approvazione del pontefice: ad esempio, nel caso siano in carica più antipapi che si contendano nello stesso momento la cattedra di Pietro oppure se il Papa sia caduto nell’eresia.
Un altro tipo di assemblea che può essere convocata dal Papa è il concistoro, che ha una funzione tutta particolare: è infatti una riunione formale dei cardinali, che secondo il Codice di Diritto Canonico sono i più stretti collaboratori del vescovo di Roma. Il concistoro può essere ordinario, se sono chiamati a parteciparvi solo i porporati che risiedano in Vaticano, o straordinario, se la convocazione è aperta a tutti, anche ai cardinali che reggono delle diocesi anche lontanissime dalla città capitolina. Durante i concistori vengono “creati” i nuovi cardinali, per decisione espressa del Papa. Una assemblea di cardinali che non è e non può essere convocata dal Papa, invece, è il conclave, che serve ad eleggere il suo successore dopo la sua morte o rinuncia canonica. Il termine sta a significare che gli elettori vengono chiusi “con la chiave” per tutto il periodo delle votazioni per evitare interferenze esterne, finché non abbiano eletto il nuovo successore di San Pietro.
