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Due inchieste di Pier Paolo Pasolini in mostra a Milano

Fino al 17 novembre le sale della Fondazione Forma per la Fotografia ospiteranno la mostra “La vera italia? Due inchieste di Pier Paolo Pasolini”: attraverso le foto di scena tratte da “Comizi d’amore” e il bellissimo lavoro realizzato da Philippe Séclier su “La lunga strada di sabbia”, Forma dipinge un ritratto di un Pasolini intenso, maturo ed estremamente innovativo.
A cura di Federica D'Alfonso
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A quarant'anni dalla scomparsa, una mostra fotografica su Pier Paolo Pasolini ripercorre una delle tappe più interessanti della sua ricerca intellettuale: "La vera Italia? Due inchieste di Pier Paolo Pasolini. La lunga strada di sabbia – Comizi d'amore". Fino al 15 novembre sarà possibile riscoprire, presso le sale di Forma Meravigli a Milano, le due grandi inchieste che Pasolini realizzò fra 1959 e 1963, alla scoperta di un paese, dei suoi cambiamenti e delle sue contraddizioni. La mostra è stata prodotta dalla Fondazione Forma per la Fotografia in collaborazione con la Cineteca di Bologna, ed è a cura di Alessandra Mauro.

Nel 1959 la rivista "Successo" pubblica il reportage "La lunga strada di sabbia", realizzato da Pasolini percorrendo tutta la costa italiana da Nord a Sud al volante di una Fiat Millecento. Lo sguardo incontra un paese in cambiamento, che si sta ancora lasciando la guerra alle spalle e inizia a fare i conti con il boom economico che sta per esplodere: Pasolini incontra giovani, ragazzi e ragazze, padri e madri di famiglia e vecchi, quando la "vacanza al mare" inizia a diventare un fenomeno di massa.

 Esaminando l'Italia dal basso e dal profondo, cioè nei più bassi strati sociali e nelle profondità dell’inconscio, ne è venuta fuori un'immagine irrimediabile, fatale, e certo, parziale; il mistero più misterioso, la realtà più reale di quanto si fosse potuto calcolare. Perciò l’inchiesta rimane aperta.

Gli italiani divengono protagonisti, forse per la prima volta, della riflessione di un intellettuale. All'epoca «Successo» pubblicò alcuni estratti del lungo lavoro di Pasolini dalle spiagge della nostra penisola in tre numeri speciali, accompagnandolo con le foto che al tempo realizzò il fotografo Paolo di Paolo. Nella mostra organizzata da Forma sarà possibile ammirare le fotografie scattate trent'anni dopo, sullo stesso itinerario di Pasolini, da Philippe Séclier. Il fotografo francese ha descritto così la sua avventura nei panni di Pasolini a distanza di così tanto tempo:

Mi accorgo oggi che in ognuno dei miei soggiorni in Italia, in un modo o nell’altro, ho incrociato Pasolini, fino a quando poi La lunga strada di sabbia non mi ha portato sulle sue tracce: allora ho voluto mettere i miei passi dietro ai suoi, vedere ciò che lui aveva visto, capito e sentito, lanciarmi a mia volta su quella strada in sua compagnia, seguendola come lui l’aveva descritta.

A quattro anni di distanza, nel 1963, Pier Paolo Pasolini realizza un'altra inchiesta, questa volta su gli italiani e la sessualità. Di nuovo percorrerà la penisola, andrà sulle spiagge ma anche nei cortili di campagna, di fronte alle fabbriche e nelle strade delle città per interrogare la gente, giovani, vecchi, bambini, donne, su cosa sia l'amore, il esso e che importanza possa avere il cosiddetto comune senso del pudore. Il risultato è "Comizi d'amore": decine e decine di ore di girato, da cui uscirono i 90 minuti del film-inchiesta che venne presentato per la prima volta al Festival di Locarno nel luglio 1964, e uscì nelle sale nel '65. Distribuito in pochissimi cinema e con esiti commerciali scarsissimi, il film è stato a lungo considerato un lavoro minore di Pasolini, ma oggi appare come una delle sue opere più moderne, più intelligenti e più utili per capire come si sia trasformata nel corso dei decenni la morale del Paese.

Foto di scena di Comizi d’amore. © Angelo Novi. Cineteca di Bologna
Foto di scena di Comizi d’amore. © Angelo Novi. Cineteca di Bologna

Le interviste nell'Italia di allora dicono tantissimo sull'Italia di adesso. Per la prima volta si parla di amore, sessualità, omosessualità, divorzio e prostituzione, e le risposte lasciano a volte un sorriso incredulo, perché sembrano appartenere all'oggi: "io cerco di intavolare il discorso sul sesso con mio figlio, ma lui è evasivo. Forse si vergogna" oppure, "i giovani sono molto più liberi oggi di quanto lo erano ai miei tempi, ma era meglio una volta, oggi i giovani sono troppo spudorati".

Foto di scena di Comizi d’amore. © Angelo Novi. Cineteca di Bologna
Foto di scena di Comizi d’amore. © Angelo Novi. Cineteca di Bologna

Una fotografia precisa e autentica di un paese in cambiamento, ma anche, come disse Scigliano, il "più spassionato autoritratto di Pasolini". Le immagini di scena furono realizzate da Angelo Novi e Mario Dondero, e sarà possibile ritrovarle, insieme alle riflessioni e alle testimonianze che Pasolini ha lasciato di sé, nelle sale di Forma Meravigli.

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