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Doping di Stato, rapporto McLaren: più di 1000 atleti coinvolti

Gli atleti avrebbero beneficiato di un programma di doping di Stato durato addirittura 4 anni, a partire dal 2011, e “protetto” anche dai servizi segreti locali.
A cura di Marco Beltrami
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Uno scandalo senza precedenti che rischia di avere conseguenze pesantissime. Emergono dati preoccupanti da quello che è stato ribattezzato come il rapporto McLaren, sull’inchiesta relativa al “doping di Stato” già anticipata nello scorso luglio, che mette nel mirino la gestione sportiva degli atleti in Russia. Il tutto è stato presentato a Londra, dal’avvocato canadese Richard McLaren che ha svelato particolari inquietanti su una vicenda che rappresenta un terremoto per il mondo dello sport. Secondo quanto analizzato nel rapporto, più di mille atleti russi avrebbero beneficiato di un programma di doping di Stato durato addirittura 4 anni, a partire dal 2011 e studiato nei minimi dettagli.

Una copertura istituzionale totale dunque, favorita anche dagli agenti dei servizi segreti russi, che avrebbe favorito atleti impegnati in specialità olimpiche estive, invernali e paralimpiche nascondendo anche i test relativi all’utilizzo si sostanze dopanti. Il rapporto si concentra soprattutto sulle Olimpiadi di Sochi, ma non solo come confermato anche dai dati relativi agli atleti coinvolti: 12 i medagliati di Sochi (con ben 4 ori olimpici), 5 invece le medaglie d’oro a Londra. Per ora i nomi degli stessi non sono rivelati, e nelle prossime settimane non sono da escludere nuovi “scossoni” d’assestamento.

McLaren nel suo rapporto ha evidenziato i miglioramenti apportati nel sistema di copertura da parte delle istituzioni russe che sono riuscite a coprire un numero impressionante di atleti dopati. Queste le sue parole: “Siamo ora in grado di confermare un sistema di coperture che risale almeno al 2011 e che è proseguito anche dopo i Giochi olimpici di Sochi. Era un sistema di coperture che si è evoluto da un caos incontrollato fino ad una vera e propria cospirazione istituzionalizzata e disciplinata che puntava a vincere le medaglie”. E Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale ha già dichiarato di voler utilizzare la mano pesante nei confronti degli atleti coperti dalla Russia: per loro e per i dirigenti, pronta una squalifica a vita.

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