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Donna, mamma, campionessa: la storia di Legnante, più forte anche della cecità

‘Cannoncino’, così è stata ribattezzata la lanciatrice di peso originaria di Frattamaggiore. Un glaucoma le ha tolto la vista ma non si è arresa e oggi è una delle più affermate atlete azzurre. Sua la medaglia d’oro a Rio 2016.
A cura di Jvan Sica
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Assunta Legnante ha vissuto almeno due vite parallele e non molto distanti perché tutte e due incentrate sul sacrificio e la voglia di migliorarsi sempre nel lancio del peso. A Frattamaggiore, una ragazzina nata nel 1978, cresce molto in fretta e capisce presto che scagliare una palla pesante il più lontano possibile può essere non solo una valvola di sfogo, ma anche una traiettoria su cui far scivolare la sua vita. Diventa molto presto una punta di diamante dell’atletica leggera italiana giovanile e quando alla fine degli Anni ’90 vince due bronzi Europei nelle categorie Juniores e Under 23 tutto è pronto per il grande salto.

La prima competizione che fa con i grandi dell’atletica per Assunta è un fantastico esordio: agli Europei indoor di Vienna del 2002 vince l’argento alle spalle solo della bielorussa Vita Pavlysh, che ha sempre fatto incetta di medaglie ai Mondiali e agli Europei. Questa affermazione le fa pensare di puntare forte su questa specialità e diventare l’atleta di punta della nazionale italiana. Dopo anni discontinui, con uno sfortunato ottavo posto ai Mondiali di Parigi del 2003, l’altra grande affermazione di Assunta è l’oro agli Europei indoor di Goteborg del 2007, riuscendo a battere tutte le più forti della specialità, tra cui la russa Olga Rjabinkina, campionessa mondiale nel 2005.

La chiamano ‘cannoncino' per la potenza del braccio

“Cannoncino”, soprannome ovviamente dato per la potenza del suo braccio, questa vittoria la voleva più di tutte anche per zittire chi nel 2004, nonostante avesse ottenuto il diritto di partecipare, non l’ha voluta ad Atene per “non idoneità fisica”, in quanto sempre più grave era il problema del glaucoma congenito presente fin dalla nascita. Assunta ha saputo superare questo shock ed è ripartita, arrivando fino a Pechino 2008. In seguito i problemi alla vista sono sempre più gravi e medita il ritiro. Arriva un vittoria ai Giochi del Mediterraneo nel 2009, ma non basta.

Record del mondo nel lancio del peso

Ma come dice sempre lei, “si chiude una porta e si apre un portone”. Il portone si chiama sport paralimpico, nel quale entra alla grande l'11 maggio 2012 ai campionati italiani assoluti paralimpici di atletica leggera, dove batte il record del mondo nel getto del peso (categoria F 11-12) abbattendo il precedente di 11,84 metri, per ben due volte con due lanci di 13,24 e 13,27 metri e si qualifica per le Paralimpiadi di Londra 2012. In quel periodo muore la madre e lei oggi afferma che tra la morte della madre e la corsa verso Londra 2012, non si è fermata nemmeno un attimo per rendersi conto di essere diventata cieca.

Correndo e soffrendo Assunta ha vinto l’oro nel peso di Londra 2012, continuando poi nelle sue vittorie ai Mondiali di Lione 2013 e Doha 2014, arrivando fino a Rio 2016, dove una nuova Assunta, con la consapevolezza della sua condizione di cieca, nonostante fosse debilitata da lancinanti dolori alla schiena, riesce a ripetersi, vincendo la gara del getto del peso con un ottimo 15,74. “Oggi, che sono diventata anche madre, mi godo tutto molto di più, anche il mio essere cieca”.

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