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Disoccupazione e Pil, UE: “Peggiorano i dati sull’Italia”

Da Bruxelles arrivano ombre e luci per l’Italia. Secondo la Commissione Ue la ripresa italiana ci sarà, pur se “lenta”, ma le stime sull’economia nostrana evidenziano varie fragilità per il Belpaese.
A cura di Biagio Chiariello
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Sempre più persone senza lavoro in Italia, almeno secondo le stime Ue sulla disoccupazione: quest'anno il tasso relativo ai senza lavoro salirà a 12,6% per poi scendere leggermente al 12,4% grazie "all'economia che si rafforza". Da Bruxelles però prevedono "una lenta ripresa" stimata nel nostro Paese nel 2014 grazie alla domanda esterne all'attività industriale, ma comunque più debole del previsto. Inoltre, la Commissione europea rivede al ribasso le previsioni sulla congiuntura nel per l'Italia riducendo dallo 0,7% allo 0,6% la stima di crescita del pil per il 2014 mentre conferma all'1,2% il tasso di sviluppo per l'anno prossimo.

Ma anche qualche luce. Bruxelles migliora infatti la stima di deficit/Pil italiano di quest'anno passando da 2,7% (previsione di novembre) a 2,6% (comunque sopra il 2,5% indicato dal governo). Secondo le previsioni, inoltre, l'aumento dei prezzi diminuirà ulteriormente, ma non ci sarebbe rischio di deflazione: il tasso d'inflazione è stimato infatti che cali allo 0,9% quest'anno, per poi tornare nel 2015 all'1,3%, lo stesso livello del 2013. Per quanto concerne il debito pubblico, la Commissione europea osserva che il picco previsto per il 2014 (133,7% del Pil) riguarda il pagamento del debito commerciale arretrato delle P.A. (per un valore complessivo pari all'1,6% del Pil), e le entrate (pari allo 0,5% del Pil) dovute alle privatizzazioni, mentre il lieve calo previsto per il 2015 sarà determinato "dall'alto avanzo primario e dalla crescita nominale del Pil".

Il rapporto della Commissione europea rileva che il miglioramento dell'indice di fiducia nel settore manifatturiero porterà l'economia italiana fuori dalla recessione. "Restano le condizioni difficili nel mercato del lavoro – si legge nel rapporto – mentre i consumi interni cresceranno solo marginalmente". Inoltre il rapporto indica che le banche italiane continueranno nel percorso di aggiustamento dei bilanci che dovrebbe condurre a un ambiente più favorevole per l'erogazione di credito alle famiglie e alle imprese".

Se l'Ue corregge al ribasso le nostre stime, le alza invece per l'Eurozona, dove la crescita nel 2014 tornerà favorevole per consolidarsi nel 2015. A fronte di un calo del Pil nel 2013 (-0,4%), nel 2014 il Pil registrerà infatti un +1,2%, mentre nel 2015 si salirà all'1,8%, con una revisione del +0,1% rispetto alle previsioni d'autunno. Gli esperti di Bruxelles fanno però notare che nella Ue c'è "un rischio di bassa crescita prolungata". Il "principale" fattore per la crescita a medio termine "sarebbe lo stallo o la parziale messa in atto delle riforme", che verrebbe "esacerbato" da una inflazione che resti bassa o da una riduzione più lenta della frammentazione finanziaria.

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