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Discute la tesi e scoppia in lacrime, la dedica al padre netturbino ucciso pochi giorni prima

“Grazie papà, mi hai fatto sentire la farmacista di casa” ha scritto la figlia di Michele Amedeo, ucciso a Bari in circostanze ancora non chiarite.
A cura di A. P.
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Per la sua laurea aveva deciso di preparare una sorpresa per il padre, la persona che più le era stata vicina psicologicamente nel preparare il testo: una dedica nella sua tesi di laurea. Quando aveva già fatto stampare la dedica, il destino beffardo però le ha portato via per sempre il genitore in modo improvviso a pochi giorni dalla discussione.  Come racconta il Corriere del Mezzogiorno, è la storia di Rita Amedeo, la figlia di Michele, il dipendente cinquantenne dell’azienda di raccolta rifiuti di Bari, l'Amiu, ucciso nella tarda serata del 25 aprile davanti alla sede dell’azienda in un agguato ancora tutto da chiarire.

Quella dedica però è rimasta e Rita l’ha voluta leggerla ugualmente, scoppiando in un pianto liberatorio dopo aver cercato di controllare ogni emozione durante la discussione in aula e la proclamazione a dottoressa in Farmacia. "Non sappiamo come abbia fatto, sembrava quasi fosse riuscita a sdoppiarsi, a chiudere per quei venti minuti la porta della sua mente dietro la quale serbava il ricordo della terribile morte del padre" hanno sottolineato i parenti presenti. "Ringrazio il mio papà, per l’interesse dimostrato verso ciò che studiavo, per avermi da sempre fatta sentire la ‘farmacista' di casa, mostrandosi sempre dalla mia parte" ha scritto Rita sulla sua tesi una cui copia è stata adagiata nella bara del genitore. Un gesto per ribadire l'importanza del padre che poco prima di essere ucciso  aveva ascoltato ancora una volta la rilettura della tesi della figlia.

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