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Disastro Airbus: Lubitz era depresso e non doveva lavorare quel giorno

Secondo gli inquirenti il copilota dell’Airbus A320 non doveva andare al lavoro il giorno della tragedia. I medici avevano prescritto il congedo, ma Lubitz avrebbe in qualche modo nascosto il certificato medico.
A cura di Davide Falcioni
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Ore 22.00 – Risarcimenti. La Lufthansa ha reso noto che offrirà 50mila euro per ogni passeggero morto nello schianto come assistenza finanziaria immediata ai familiari delle vittime. Come ha spiegato un portavoce della compagnia aerea tedesca, l'aiuto finanziario immediato non influirà sugli eventuali reclami inviati dalle famiglie delle vittime alle compagnie assicurative. Sia Lufthansa che Germanwings sono "in contatto diretto con i familiari e questo aiuto finanziario verrà prodotto in forma diretta, non burocratico e il più possibile facile", ha aggiunto il portavoce. "Le famiglie soffrono adesso abbastanza dolore, e non devono avere difficoltà finanziarie" ha spiegato il portavoce. Al di là di questo rimborso, però, la Lufthansa rischia di pagare un risarcimento milionario visto che le indagini indicano che l'azienda nella migliore delle ipotesi non conoscesse la lunga storia di depressione del copilota, accertata però da numerosi esami clinici.

Ore 14.20 – La notizia che Lubitz avrebbe conseguito una certificazione dellaFederal Aviation Authority (FAA), ripresa ieri da molti media, è falsa. Come spiega Newsweek, per soddisfare i requisiti necessari per diventare un copilota di una compagnia aerea statunitense, bisogna avere un'esperienza di almeno mille ore di volo, mentre il tedesco ne aveva solo 630.

Ore 13.20 – Lubitz non doveva lavorare quel giorno – Gli inquirenti della Procura di Dusseldorf, durante la perquisizione della casa di Lubitz, avrebbero trovato indizi di una malattia psichica, ma anche un certificato di malattia per il giorno della tragedia. Secondo Spiegel il copilota dell'airbus A320 presumibilmente lo ha nascosto alla Germanwings, salendo così sul volo nel quale hanno perso la vita 150 persone.

Ore 12.17 – Il dramma dell'Airbus A320 non ha stupito tutti i piloti di linea, almeno non quelli francesi. Le Monde, infatti, ricorda come, dopo l'attentato dell'11 settembre 2001 alle Torri Gemelle, fossero state apportate molte modifiche nei sistemi di sicurezza, dando la priorità – secondo la Fédération Internationale des Syndicats de Pilotes de Ligne – alla tutela del velivolo piuttosto che a quella dei passeggeri. Nel mirino, in particolare, il sistema di chiusura della porta blindata che separa la cabina di pilotaggio dal resto dell'aereo. In seguito alla strage, dunque, i sindacati sembrano determinati a chiedere una nuova revisione delle regole in materia di sicurezza, in particolare imponendo la presenza obbligatoria di due persone nella cabina di pilotaggio.

Ore 11.40 – Il quotidiano tedesco Spiegel sostiene che gli inquirenti hanno trovato prove chiare sulla malattia mentale di Andreas Lubitz: i medici di Lufthansa che lo sottoposero a visite mediche lo giudicarono tuttavia perfettamente idoneo a volare. Il leader della compagnia aerea tedesca ha comunque ribadito: "I nostri piloti sono e restano i migliori del mondo".

Ore 10.20 – A quanto pare Andreas Lubitz, il copilota che ha portato il velivolo a schiantarsi sulle montagne, sei anni fa soffriva di una grave forma di depressione, che era stata regolarmente trattata con il supporto di uno specialista. E' quanto emergerebbe dalle perquisizioni effettuate nella sua abitazione. Secondo il Bild il 27enne ha attraversato "un episodio depressivo pesante" nel 2009 ed è stato sottoposto a cure psichiatriche. recentemente era stato lasciato dalla fidanzata con la quale si sarebbe dovuto sposare l'anno prossimo.

Ore 8.40 – Secondo il quotidiano tedesco Bild, che cita fonti delle forze dell'ordine, il capitano dell'Airbus – capendo di essere ormai chiuso fuori dalla cabina di pilotaggio – utilizzò un'ascia per cercare di aprire la porta blindata. Il registratore di volo ha rivelato che il capitano, padre di due bambini, bussò ripetutamente alla porta e tentò di entrare nella cabina nei fatali minuti in cui l'aereo stava puntando verso il basso; e in quei minuti concitati, secondo il giornale tedesco, tentò anche di abbattere la porta blindata della cabina con l'ascia.

Dopo essersi "barricato" nella cabina di pilotaggio Andreas Lubitz, il co-pilota del volo Germanwings decollato da Barcellona e diretto a Duesseldorf e precipitato sulle Alpi Francesi, avrebbe lasciato la cloche e riprogrammato il pilota automatico: tutto ciò per non far scattare gli allarmi delle decine di sensori che analizzano ogni anomalia nel volo di un aereo. A riferirlo è la CNN, secondo cui Lubitz non cambiò i parametri della rotta ma semplicemente quelli della quota, settandoli dai normali 38mila piedi (11.582 metri) a soli 100 piedi (33 metri), la quota minima di volo, per poi schiantarsi sulla montagna provocando la strage.

Il disastro dell'Airbus A320 sarebbe quindi stato causato volontariamente dal giovane copilota, che avrebbe atteso l'uscita del capitano dalla cabina di pilotaggio e si sarebbe chiuso all'interno per poi – con lucida follia – provocare la morte di 150 persone. Le ragioni del gesto sono al momento al vaglio degli inquirenti, che nelle ultime ore hanno perquisito l'abitazione del pilota nella speranza di trovare elementi utili a fare chiarezza. Intanto quel che appare certo, dopo aver ascoltato le registrazioni dell'unica scatola nera recuperata, è che l'azione è stata volontaria: Lubitz, 27 anni, ha approfittato di una pausa del pilota per "bisogni fisiologici" e si è chiuso nella cabina. Una volta rimasto solo al comando dell'Airbus secondo gli inquirenti "ha manipolato i bottoni per azionare la discesa, fino allo schianto".

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