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Disabile spintonato, prof dà una nota ai compagni. Ma i genitori: “La tolga, era un gioco”

Succede in una scuola media di Torino. Una insegnante vede due ragazzini prendere di mira un compagno disabile e decide di punirli con una nota. Ma i genitori, tra cui una collega della prof che lavora nella stessa scuola, difendono i figli “bulli” e chiedono all’insegnante di fare un passo indietro.
A cura di Susanna Picone
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Un alunno disabile viene preso di mira da alcuni compagni, che lo spingono fino in fondo al corridoio, cercano di mettergli le mani addosso e di abbassargli i pantaloni. Ma a quanto pare è solo un “gioco” tra quei ragazzini di undici anni. Un “gioco” andato in scena durante l’intervallo in una scuola media di Torino e di cui scrive il quotidiano La Stampa. A vedere quanto subito dal ragazzo disabile è una insegnante, che decide di parlare con i protagonisti della vicenda e poi, dopo essersi confrontata con la vicepreside, di punire i responsabili con una nota. Ed è in quel momento che inizia una “guerra” con i genitori degli studenti puniti. La nota sul diario dei due responsabili suscita infatti l'insurrezione dei genitori, che decidono di difendere i loro figli. Dato che si trattava solo di un “gioco” e di niente di serio, sostengono i genitori, quella punizione andava ritirata. In particolare, spiega La Stampa, il giorno seguente la mamma di uno dei ragazzi ha replicato alla nota della prof scrivendo sul diario del figlio: “La ringraziamo per l'informazione, ma visto che si trattava di un gioco, per quanto discutibile e da non ripetere, la invitiamo a non registrare la nota, vessatoria, sul registro di classe. Altrimenti saremo costretti a rivolgerci al dirigente”.

A lamentarsi della nota anche una professoressa della stessa scuola – Qualche ora dopo alla prof arriva anche il secondo “avvertimento”, questa volta a scrivere è la mamma del secondo ragazzo che è anche una professoressa della stessa scuola torinese (tra l’altro responsabile dell’inclusione dei disabili nell’istituto). Una collega di quella che ha punito il figlio, insomma. La punizione viene ritenuta anche in questo caso eccessivo e i genitori si preoccupano “affinché la reputazione del loro figlio nella scuola non venga danneggiata dall’episodio di presunto bullismo”. A quel punto l’insegnante, sorpresa da questa reazione dei genitori “che metteva in dubbio la sua correttezza”, si rivolge al preside e lo invita a prendere una decisione. E lui convoca tutti in palestra e annuncia che “visto che si comportano male durante l’intervallo” avrebbe annullato la gita di inizio anno. Non parla di bullismo né fa riferimento ai responsabili della vicenda.

Lo sfogo dell’insegnante: "Genitori proteggono i figli anche quando sbagliano" – “Se ho deciso di raccontare questa storia – ha fatto quindi sapere la professoressa -, è per sottolineare come, in queste condizioni, sia diventato impossibile tutelare la professione dell’insegnante e la deontologia professionale. Quel che più fa male, dopo anni dedicati a questo mestiere che è anche una missione, è vedere come certi genitori vogliano proteggere i propri figli anche quando sbagliano. Lasciandoli disarmati e non educandoli ad assumersi le loro responsabilità”.

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