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Disabile picchiato in Sardegna, l’aggressore del video si difende: “Mi aveva minacciato”

La famiglia di Luca, il disabile di 37 anni picchiato davanti a una discoteca a San Teodoro e ripreso da un cellulare, chiede giustizia. L’aggressore, un 27enne sassarese, si difende: “Ho esagerato ma non sono una bestia”.
A cura di Susanna Picone
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Ha fatto discutere molto nei giorni scorsi un video apparso sui social nel quale si vede un uomo picchiato brutalmente all'alba di domenica 10 luglio davanti a una discoteca a San Teodoro e ripreso dalla telecamera di un cellulare. La vittima si chiama Luca ed è un disabile di 37 anni di Olbia. L’aggressore, un ragazzo di 27 anni di Sassari, B.A., è stato identificato grazie al video che ha fatto il giro dei social e indagato. Gli inquirenti sono ora alla ricerca del resto del gruppo di giovani che hanno assistito al pestaggio senza intervenire e aiutare il disabile (poi soccorso dai proprietari della discoteca). “Noi chiediamo solo giustizia per mio fratello, siamo in una fase di attesa, ma abbiamo fiducia nelle istituzioni e andiamo avanti a testa alta”, ha detto Manuel Isoni, fratello e amministratore di sostegno di Luca. “Luca – ha spiegato l'avvocato della famiglia, Nicola di Benedetto – è stato risentito dal magistrato che si occupa dell'inchiesta, un interrogatorio lungo, quasi tre ore, dove si è cercato di ricostruire la vicenda, l'intera giornata e alcuni antefatti poco chiari”. L’avvocato ha spiegato che ci sono dei passaggi che a Luca sfuggono, “altri che invece affiorano lentamente nella sua mente”. “La cosa che più mi ha impressionato in questa triste vicenda – ha detto ancora il legale – è stato scoprire che l'aggressore di Luca fosse un suo amico, per questo il pestaggio è stato totalmente imprevisto e inaspettato. Ora attendiamo che la Procura faccia i suoi passi, ci aspettiamo sia fatta giustizia”. Anche la ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi, ha detto di aver visto il video e ha chiesto giustizia per quanto accaduto.

L’aggressore si difende – L’aggressore, da parte sua, si è scusato tramite il suo profilo Facebook spiegando però che “l'accaduto non è privo di motivazioni se pur ugualmente ingiustificabile”. E al quotidiano La Stampa ha poi detto qualcosa in più: “Luca era rimasto fuori dalla discoteca. Noi siamo entrati e lui è rimasto fuori. I buttafuori non l’hanno fatto passare. E quando ero dentro lui mi chiamava di continuo. Mi ha persino minacciato, mi ha detto che avremmo fatto i conti fuori”. “Non sono una bestia come tutti mi stanno definendo – ha detto ancora -. Sì, ho esagerato con le mani, ma mi sono amaramente pentito. Ripeto: pentito. Ho chiesto scusa a Luca ancora prima che scoppiasse il caso, prima che la sua famiglia facesse la denuncia ai carabinieri”. Il ragazzo ha negato anche di sapere che Luca fosse un disabile e ha detto che quella sera lo aveva invitato alla sua festa di compleanno: “Eravamo in pochi e lui c’era, lo consideravo un amico”.

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