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Direzione Pd, Renzi annuncia la segreteria: non c’è la minoranza, c’è la Serracchiani

Nel corso della direzione nazionale del Pd a Roma, il nuovo segretario del Partito Democratico ha annunciato la nuova segreteria.
A cura di Charlotte Matteini
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AGGIORNAMENTO: Nel corso del suo lunghissimo intervento di apertura della direzione del PD, Matteo Renzi ha rilanciato gli impegni del partito nelle forme e nelle mobilitazioni tradizionali, con la festa de L'Unità a Imola, ma anche in quelle innovative, come la piattaforma partecipativa BOB e le magliette gialle. Poi ha spiegato che il PD intende sostenere il modello tedesco ma con lo sbarramento al 5% e con il nome del candidato sulla scheda. Infine ha annunciato i nuovi 12 membri in segreteria: Richetti, Guerini, Rossi, Ricci, Nannicini, Giachetti, Bellanova, Nicolini, Marcianò, Rizzo, Bonetti, Serracchiani.

Nel pomeriggio del 30 maggio, alle ore 18.00, è convocata la direzione nazionale del Partito Democratico nella sede centrale del partito in via Sant'Andrea delle Fratte a Roma. Nel corso dell'incontro Matteo Renzi annuncerà i componenti della nuova segreteria Pd, selezionati nel corso dell'ultimo mese, in seguito alla proclamazione di Renzi a segretario del Pd, vincitore delle primarie dello scorso 30 aprile. Stando a iniziali indiscrezioni si apprende però che la minoranza del Pd non entrerà nella nuova segreteria del Pd che oggi Matteo Renzi annuncerà in direzione. Né gli esponenti dell'area orlandiana né quelli dell'area di Michele Emiliano avranno dunque membri nell'organo di partito.

Per ora i nomi dati per certi sono quelli di Maurizio Martina (vicesegretario), Lorenzo Guerini (coordinatore della segreteria), Matteo Richetti (portavoce), Andrea Rossi (organizzazione), Matteo Ricci (enti locali). Ad essi, per la componente di Matteo Orfini, potrebbero aggiungersi Giuditta Pini, o Francesco Verducci o Chiara Gribaudo.

Nel corso del pomeriggio, inoltre, 31 onorevoli dem di area orlandiana, capitanati da Vannino Chiti, hanno siglato e presentato un documento in direzione nazionale in cui chiedono al segretario Renzi di rinunciare alla legge elettorale proporzionale e alle elezioni anticipate: "Chiediamo alla Direzione un patto politico di unità. Prima di prendere una decisione sulla riforma elettorale siano sentiti i gruppi parlamentari del Pd", ha spiegato Chiti in conferenza stampa. "Due i punti da cui partire: una legge con un impianto maggioritario perché abbiamo fatto un congresso su questo e stabilire le priorità di programma con Governo e maggioranza. Poi si vedrà se si deve votare, quando e con quale legge". "Nessuna scissione in vista. Siamo ancora insieme, se avessimo voluto questo avremmo fatto un'altra scelta quando l'hanno fatta tanti compagni e amici. Ci misureremo nell'assemblea dei gruppi, questa è la nostra strategia, se ci sarà un capovolgimento di alleanze si potrebbero consultare anche gli iscritti", ha spiegato Chiti.

Insomma: legge elettorale, elezioni amministrative, risanamento di bilancio, impulso alla crescita e contrasto alle povertà e disuguaglianze, freno alle campagne populistiche contro istituzioni e politica, sostegno al Governo Gentiloni. Si tratta di prove decisive per disegnare l'Italia che verrà nei prossimi anni e la stessa funzione riformista del PD.

Puntare, invece, ad elezioni in autunno, subordinando a questa scelta la legge elettorale; rischiando l'esercizio provvisorio di bilancio che alimenterebbe spinte ad attacchi di speculazione finanziaria, colpendo finanze pubbliche, imprese e cittadini, significherebbe assumersi la gravissima responsabilità di un salto nel buio.

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