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Dire “marocchino di m…” non è reato

Un uomo di Belluno è stato scagionato dall’accusa di ingiuria aggravata dalla discriminazione razziale grazie alla depenalizzazione di alcuni reati varata dal governo. L’uomo se la caverà con una multa.
A cura di D. F.
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Dire "marocchino di m…" non è più reato. Angelo Savi, 64enne di Belluno, è stato assolto ieri in seguito alla depenalizzazione di alcuni reati entrata in vigore il 6 febbraio scorso. L'uomo dovrà pagare una semplice multa ma non dovrebbe avere conseguenze per la pulizia della sua fedina penale: era infatti accusato di ingiuria aggravata dalla discriminazione razziale poiché nel 2014 avrebbe pronunciato quella frase rivolgendosi a un giovane vicino di casa, che malgrado la sua contrarietà talvolta andava in bicicletta nel cortile della sua abitazione.

Come spiega Il Gazzettino "l’assoluzione di ieri è l’effetto delle disposizioni in materia di depenalizzazione a norma dell'articolo 2, comma 2, della legge 28 aprile 2014, numero 67". Il provvedimento ha di fatto cancellato 41 reati, garantendo la non perseguibilità in alcuni casi anche per aggravanti pesanti come quella dell’odio razziale. Angelo Savi è stato assolto perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato e gli atti sono stati trasmessi al prefetto che dovrà quantificare la multa. Francesco Saverio Pavone, i pubblico ministero che sosteneva la pubblica accusa, al termine dell'udienza ha commentato con un mezzo sorriso: "Con questo decreto c’è libertà di ingiurie". Difficile dargli torto, in effetti.

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