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Dipendente pubblica da sogno: mai un’assenza in 42 anni di lavoro

Tina Marotti, 60 anni, lavora al Comune di Spotorno da 41 anni e 10 mesi e il prossimo primo agosto andrà in pensione. Mai un’assenza per malattia da lavoro, in ufficio anche con 41 di frebbe: “Mio figlio mi diceva che nessuno mi avrebbe mai dato una medaglia. Vero, ma vuole mettere la soddisfazione di fare il proprio dovere?”
A cura di Charlotte Matteini
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Dipendenti pubblici assenze calano

Una dipendente pubblica da record nel Comune di Spotorno: da 41 anni e dieci mesi, Tina Marotti, 60 anni, non si è mai assentata da lavoro per malattia. Ha lavorato con la febbre e malanni vari, in concomitanza con determinate scadenze, la Marotti racconta di essersi presentata in ufficio in condizioni di salute passeggere, ma precarie: "Come quella volta che avevo 41 di febbre e sono andata lo stesso. Avevo un freddo cane e misi la stufa altissima. Ma c’era una scadenza, non ricordo più quale, non potevo certo mancare", spiega. La Marotti, di origine campana e ligure d'adozione dal 1970, sposata e con un figlio di 33 anni, a breve andrà in pensione. "Mio figlio mi diceva che nessuno mi avrebbe mai dato una medaglia. Vero, ma vuole mettere la soddisfazione di fare il proprio dovere? I cittadini hanno il diritto di essere accolti al meglio e di non vagare tra gli uffici comunali senza sapere dove sbrigare le pratiche. Io sono sempre stata al loro servizio, perché così deve essere".

Racconta al Secolo XIX che venerdì scorso è stato il suo ultimo giorno di lavoro. Con più di un mese di ferie arretrate, da questo lunedì Tina e in vacanza, aspettando il primo di agosto, data in cui andrà in pensione, dopo 42 anni di lavoro ininterrotti. Non vuole essere considerata un fenomeno, Tina Marotti sostiene di aver fatto solamente il proprio dovere e di aver fortunatamente sempre goduto di una salute di ferro: "Ringrazio dio che mi ha fatto stare sempre benissimo. Solo qualche malanno passeggero, ma la sera prendevo una tachipirina e la mattina ero bella e pronta. La verità è che a me è sempre piaciuto andare a lavorare, i cittadini ci pagano e noi dobbiamo essere a loro disposizione", racconta Tina, soffermandosi anche a criticare quei cittadini che tendono a fare di tutta l'erba un fascio, che considerano tutti i dipendenti pubblici fannulloni e assenteisti: "Una cosa che mi dà fastidio è quando si fa di tutta l’erba un fascio. Non siamo tutti uguali, e di gente come me che si presenta ogni mattina al proprio posto ce n’è tantissima. Altro che fenomeno, io mi sento una persona normale", chiosa la Marotti.

"Ero diventata la memoria storica del Comune. Ho iniziato come bibliotecaria, poi sono stata trasferita agli amministrativi. E dal 1974 ad oggi tanta gavetta, all’anagrafe, allo stato civile, in ragioneria", racconta Tina, che ammette inoltre di essere stata una "drogata" di lavoro, ma dipendente in senso buono: "Mi è sempre piaciuto il contatto con il pubblico, stare tra la gente per me è come il pane". Un po' le dispiace "essere fuori dal gioco", fosse per lei ricomincerebbe subito a lavorare, ma al tempo stesso la Marotti sostiene sia giusto lasciare spazio ai giovani. E nei giorni a venire, che farà? "Leggere e andare in spiaggia, di sicuro. Ad altro non ho ancora pensato", conclude.

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