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Dimezzare i contributi per chi assume giovani: il piano del governo per rilanciare l’occupazione

In vista della manovra di bilancio il governo sta valutando un piano per dimezzare i contributi per le aziende che assumono un lavoratore under 30 o under 35 e per quelle che stabilizzano chi ha un contratto a tempo determinato.
A cura di Stefano Rizzuti
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I tecnici di Palazzo Chigi e quelli del Tesoro sono al lavoro per le prossime tappe riguardanti i conti dello Stato: prima il Def (Documento di economia e finanza) da presentare entro il 20 settembre e poi la legge di Bilancio, attesa entro il 15 ottobre. L’obiettivo è quello di rilanciare l’occupazione, soprattutto tra i più giovani, puntando a un taglio del cuneo fiscale, ovvero la differenza tra costo del lavoro e salario netto in busta paga. Roberto Petrini su Repubblica spiega quali sono le mosse allo studio del governo in vista della prossima manovra di bilancio, sottolineando come la volontà sia quella di ridare vigore alle agevolazioni per non affrontare il rischio di rimanere senza incentivi per le nuove assunzioni.

Il taglio del cuneo fiscale

Il principio da seguire è quello dell’abbattimento del costo del lavoro per l’impresa con l’obiettivo di avere più soldi in busta paga per il lavoratore: il fine è quello di rilanciare l’occupazione e di conseguenza i consumi. D’altronde, anche il Fondo monetario internazionale ha richiesto un intervento di taglio al cuneo fiscale, che in Italia tocca il 47,9%, un valore tra i più alti in Occidente. Al momento, secondo quanto spiega Repubblica, è allo studio l’ipotesi di alleggerire il carico dei contributi previdenziali che al momento pesano sulla busta paga al 33% (il 24% a carico dell’azienda e il 9% a carico del lavoratore). Palazzo Chigi vorrebbe ridurre i contributi a metà, trasferendo il costo rimanente sul bilancio dello Stato con un intervento che potrebbe richiedere intorno ai 2 miliardi di euro l’anno.

Interventi sui giovani lavoratori

Sempre stando alle indiscrezioni riportate da Repubblica, l’intervento a cui sta lavorando il governo si concentra sui lavoratori più giovani, quelli sotto i 30-35 anni, che soffrono maggiormente la disoccupazione. La riduzione a cui starebbe lavorando il governo sarebbe valida per tre anni e nel caso di assunzione a tempo indeterminato. In questo modo l’azienda risparmierebbe 3-4mila euro l’anno per ogni nuovo dipendente. Tra le ipotesi al vaglio c’è anche quella di rendere il provvedimento costante anche dopo i primi tre anni, eventualmente con uno sconto che andrebbe a ridursi nel tempo.

Questo incentivo potrebbe riguardare non solo i neo assunti ma anche tutti i dipendenti con contratti precari che usufruiscano di una stabilizzazione. I dati forniti dai consulenti economici di Palazzo Chigi dicono che il 46% del milione di nuovi posti di lavoro che sono stati creati dal 2013 ad oggi è a tempo determinato. E proprio su questo vuole puntare il governo, tendendo a offrire alle aziende incentivi per assumere e stabilizzare chi ha contratti a tempo determinato.

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