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Diecimila migranti minorenni sono svaniti nel nulla in Europa nel 2015

Nel 2015 diecimila rifugiati minorenni sono spariti nel nulla, in Europa, a pochi giorni dall’arrivo nei centri d’accoglienza. Una rete criminale dedita al traffico di esseri umani sarebbe infatti radicata sul suolo europeo e i migranti minorenni non accompagnati sono la categoria più a rischio sfruttamento. A sostenerlo è l’Europol, in un rapporto sui migranti pubblicato lo scorso gennaio.
A cura di Charlotte Matteini
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Almeno diecimila rifugiati minorenni sono scomparsi nel 2015 in territorio europeo: ad affermarlo è l'Europol, in un report diffuso qualche giorno fa. In totale, il numero di minori approdati in Europa lo scorso anno è stato di 400mila unità, su circa 1 milione di migranti. Di questi, 260mila avevano meno di 14 anni, molte migliaia tra loro sono giunti in Europa da ogni parte del Medioriente senza alcun accompagnatore e, avverte l'Europol, è proprio questa la categoria che sarebbe più a rischio rapimenti in Europa.

Secondo Europol, la situazione sarebbe infatti incandescente. Oltre il 90% dei migranti entrerebbe in Europa illegalmente, spesso affidandosi a bande criminali dedite al traffico di esseri umani e “a causa dell’età, della vulnerabilità e della mancanza di soldi possono diventare vittime dello sfruttamento". Il rischio, infatti, è che i rapimenti dei migranti non accompagnati siano perpetrati proprio dagli stessi soggetti che promettono loro una soluzione per scappare dalla guerra ed arrivare in Europa. Prostituzione, traffico di droga e somministrazione di manodopera illecita. Questi sono principalmente gli interessi economici della rete criminale presente in Europa.

Per cercare di arginare la situazione, Europol ha per molti mesi fatto delle pressioni sugli organi europei affinché accelerassero la costituzione del Emsc, il centro per il monitoraggio del traffico di migranti in Europa, istituto indispensabile per il coordinamento delle operazioni di indagine e intelligence per lo smantellamento delle reti criminali presenti sul territorio.

Nonostante i numeri forniti dalle associazioni non governative subiscano spesso delle modifiche, la scomparsa dei migranti minorenni in terra europea rimane un fatto incontestabile. Le stime dicono che circa il 20% dei minori che sbarca in Grecia è destinato a scomparire. Uno su cinque.

La Commissione delle Conferenze episcopali d’Europa, dello stesso avviso dell'Europol, ha anch'essa lanciato l'allarme. Di quei 10mila minori scomparsi, molti potrebbero aver ritrovato le proprie  famiglie d'origine oppure potrebbero aver rifiutato di dare le proprie generalità per sfuggire al rischio respingimenti. Una parte, però. Per molti altri, invece, il rischio di finire nelle mani della criminalità organizzata è molto alto.

"Il fenomeno delle sparizioni dei minori rifugiati costituisce una sfida per le autorità – si legge su Europeinfos, la rivista della Commissione delle Conferenze episcopali d’Europa – poiché normalmente queste si verificano nei primi giorni che seguono il loro arrivo in un centro d’accoglienza. Al loro ingresso nel territorio dell’Ue i giovani fanno immediatamente richiesta d’asilo, e una volta che si trovano in un centro di accoglienza per minori, chiamano un contatto sul posto che gli è stato fornito in precedenza e vengono portate via dal centro".

Insomma, secondo la Comece sarebbe questo il sistema utilizzato dalla criminalità organizzata per rapire centinaia di migranti minorenni: sarebbero in pratica "mandati apposta a fare una domanda d’asilo al fine di non essere arrestati alla frontiera", sostiene l'articolo. "Nelle stazioni ferroviarie i ragazzi sono intercettati da reti di trafficanti che gli promettono un alloggio e un lavoro, ma spesso vengono rapiti e se le famiglie non possono pagare il riscatto i minori devono lavorare come spacciatori o prostituirsi", ha inoltre denunciato nel 2014 il Centro Astalli di Catania al quotidiano The Guardian.

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