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Diciannove anni fa moriva don Puglisi, il “prete della gente” ucciso dalla mafia

Il 15 settembre del 1993, nel giorno del suo compleanno, la mafia uccideva don Pino Puglisi. Era un sacerdote scomodo, un formatore di coscienze, un uomo socialmente impegnato che a Cosa Nostra dava fastidio. Il ricordo oggi a Palermo.
A cura di Susanna Picone
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Il 15 settembre del 1993, nel giorno del suo compleanno, la mafia uccideva a Palermo don Pino Puglisi. Era un sacerdote scomodo, un formatore di coscienze, un uomo socialmente impegnato che a Cosa Nostra dava fastidio. Il ricordo oggi a Palermo.

Don Pino Puglisi avrebbe dovuto festeggiare il suo 56esimo compleanno il 15 settembre del 1993, ma in quello stesso giorno trovò la morte per mano della mafia. Si trattò di un omicidio cruento, il parroco fu atteso fuori casa sua, a pochi metri dalla sua parrocchia di San Gaetano nel quartiere Brancaccio a Palermo, da un commando formato da Gaspare Spatuzza, Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone. Il proiettile che gli tolse la vita fu quello di Salvatore Grigoli, “u’ cacciaturi”, l’ordine di ammazzarlo partì dai boss del quartiere, Giuseppe e Filippo Graviano. Don Pino doveva morire perché si era schierato apertamente contro la mafia, perché aveva tolto dalla strada decine di ragazzini portandoli in parrocchia, perché era un formatore di coscienze, per questo fu ucciso “in odio alla fede”.

Era il prete della gente, la sua parrocchia era la strada, una figura fastidiosa per Cosa Nostra. Sapeva che sarebbe stato ucciso “padre 3P”, così lo chiamavano i suoi ragazzini. Presto, per ricordare il suo sacrificio, sarà riconosciuto beato. A far luce su questo delitto, che oggi Palermo ricorda nel diciannovesimo anniversario, fu proprio colui che tolse la vita al parroco antimafia: Grigoli fu arrestato nel 1997, quattro anni dopo l’omicidio e dopo una lunga latitanza, da quel momento decise di collaborare con la giustizia fornendo i nomi dei responsabili del delitto. L’affetto nei confronti di don Pino Puglisi e il ricordo della sua tragica sorte hanno fatto sì che il “suo” giorno, il 15 settembre, diventasse per i fedeli siciliani una data spartiacque. Dal 1994, un anno dopo la morte, il 15 settembre segna l’apertura dell’anno pastorale della diocesi di Palermo, dopo 10 anni il cardinale Salvatore De Giorgi ha insediato il Tribunale ecclesiastico diocesano per il riconoscimento del martirio.

Il ricordo di Palermo diciannove anni dopo – Oggi, dopo diciannove anni, Palermo ricorderà il suo parroco antimafia con diverse iniziative: stamane l’omaggio sulla sua tomba con “Un fiore per Puglisi”, alle 18 ci sarà una Santa Messa celebrata dall’arcivescovo della città e per l’occasione saranno ordinati quattro nuovi sacerdoti. Già una settimana fa invece è stato inaugurato un campo di calcetto a lui dedicato. E ancora spettacoli, veglie e preghiere, necessarie per i siciliani per non dimenticare il loro “prete buono”, colui che di sé diceva di non essere un biblista, né un teologo, né un sociologo “ma soltanto uno che ha cercato di lavorare per il Regno di Dio”. La sua sfida, la sua missione, era quella di riuscire a coinvolgere gli altri, spingere “ognuno a fare qualcosa”.

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