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Di Pietro spara a zero su Napolitano (ma stavolta è da solo)

Nuova puntata della telenovela Di Pietro – Napolitano. Stavolta l’ex pm di Mani Pulite tira in ballo Bettino Craxi: fin troppo scontate le critiche da PD ed UDC. E l’IDV è sempre più isolata…
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Di-Pietro-Napolitano

"Io ricordo un altro Napolitano, quello descritto da Craxi nell'interrogatorio formale che rese nel 1993 durante una pubblica udienza del processo Enimont. Craxi descriveva l'allora esponente di spicco del Pci, nonché presidente della Camera, come un uomo molto attento al sistema della cosiddetta Prima Repubblica, specie coltivando i suoi rapporti con Mosca". E' questo il passaggio più duro dell'intervista concessa da Di Pietro al settimanale Oggi; una dichiarazione che arriva proprio mentre infuria la polemica politica sul "nodo alleanze" e che certamente non contribuirà a quella "distensione" auspicata da molti all'interno del centrosinistra. Del resto questo è solo l'ultimo atto di una lunga polemica con "il garante della Costituzione che spesso si gira dall'altra parte", che ormai è uno degli obiettivi principali delle sfuriate dell'ex pm di Mani Pulite (assieme ovviamente al Presidente del Consiglio).

Eppure la sensazione è che stavolta Di Pietro stia correndo un rischio eccessivo, anche considerando le tensioni che nelle ultime settimane hanno attraversato l'Italia dei Valori. Ed in effetti i rumors delle ultime ore, rilanciati sui principali quotidiani italiani, parlano di una possibile "scissione" in particolare alla Camera dei Deputati, con il fronte dei moderati IDV pronti a rompere anche prima del 20 settembre, data in cui a Vasto si riunirà lo stato maggiore del partito. Una fronda che, stando a quanto racconta Colombo su La Repubblica, ragionerebbe in termini piuttosto netti:

"Da un lato c'è Bersani che ha escluso con nettezza ogni ipotesi di governissimo con Monti per il dopo elezioni, dall'altro c'è Tonino che punta apertamente a rompere con il centrosinistra, nel quale abbiamo sempre creduto ed in nome del quale governiamo moltissime regioni con i nostri assessori, e che pensa a sciogliere l'Idv per allearsi con Grillo. Per non parlare dei ripetuti attacchi a Napolitano. Non ci stiamo più, dobbiamo organizzarci".

Quale che sia la reale forza della minoranza IDV, certo è che l'oltranzismo di Di Pietro, ancorché interprete di istanze ragionevoli (nel caso del balletto sulla legge elettorale, ad esempio), è il vero nodo gordiano. Un atteggiamento che ha portato l'IDV in un vicolo cieco: emarginata a sinistra dalla volontà di Bersani (e incompatibile evidentemente con l'Udc), con un esile filo di collegamento con il progetto vendoliano, impossibilitata a chiudere un'alleanza con il Movimento 5 Stelle e soprattutto incapace di sostenerne la concorrenza sul piano (anche mediatico) della contestazione al Governo Monti. Insomma, una svolta sembra ormai inevitabile, anche perché in molti, tra cui gli stessi consiglieri di Di Pietro, avranno già fatto i loro calcoli: e andare da soli alle urne con il Porcellum vorrebbe dire mettere a rischio persino la rappresentanza parlamentare.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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