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Detenuto pronto per discutere la tesi di laurea, ma il magistrato dice no

Succede a un detenuto del carcere di Regina Coeli: doveva concludere un corso di laurea triennale ma, a poche ore dalla discussione della tesi, gli hanno negato il permesso. La denuncia del Garante: “Una storia avvilente”.
A cura di Susanna Picone
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Succede a un detenuto del carcere di Regina Coeli: doveva concludere un corso di laurea triennale ma a poche ore dalla discussione della tesi gli hanno negato il permesso. La denuncia del garante: “Una storia avvilente”.

Era a un passo dal “traguardo”, dall’ultimo dinanzi alla commissione di docenti necessario per conseguire un titolo di laurea triennale ma, per un no del magistrato di sorveglianza, è saltato tutto e la laurea non è arrivata per un detenuto del carcere romano di Regina Coeli. Il protagonista di questa vicenda è un 40enne recluso nel penitenziario da oltre cinque anni, con uno ancora da scontare prima di poter tornare ad essere libero. Era iscritto a un corso di laurea del Dams, all’università di Roma Tre e, da quanto ha riferito il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni, aveva portato avanti brillantemente i suoi studi.

La storia denunciata dal Garante dei detenuti – Gli mancava solo la discussione della tesi (aveva preparato un’analisi dei disegni e degli scritti realizzati, all’interno dei campi di sterminio nazisti, dalle vittime della Shoah) ma, qualche ora prima di comparire in facoltà, il magistrato di sorveglianza ha deciso di negargli il permesso. Alla base del no vi sarebbero motivi di legittimità dato che l’uomo, secondo il magistrato, sarebbe in attesa dell’esito dell’impugnazione del rigetto di un permesso richiesto a gennaio. Intanto il detenuto è stato costretto a rinunciare alla laurea mentre il Garante ha mostrato la sua grande amarezza per l’esito di questa storia: “Per una settimana la magistratura di sorveglianza ha tenuto tutti in attesa, la famiglia, il detenuto, il nostro ufficio, la direzione del carcere e l’università. Poi, a poche ore dalla discussione, ha deciso di respingere la richiesta di permesso facendo sfumare tutto”.

“Uno schiaffo all’impegno di chi investe nel recupero sociale dei detenuti” – Per Marroni si è trattato di una vicenda “incredibile e avvilente” anche a causa della tempistica, visto che il no è arrivato proprio quando era tutto pronto. Una vicenda grave, insomma, perché secondo il Garante rappresenta “uno schiaffo all’impegno di tante persone che sul recupero sociale dei detenuti investono molto”. Il Garante sarebbe stato il primo ad accompagnarlo a discutere la tesi, dal canto suo adesso il detenuto gli ha fatto sapere di non volersi più laureare in carcere ma che aspetterà di farlo fra un anno, “quando sarà un uomo libero”.

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