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Deputato Francantonio Genovese condannato a 11 anni, uso privato di finanziamenti pubblici

Il parlamentare ex Pd, passato in Fi, è accusato di essere stato a capo di un’associazione per delinquere con lo scopo di usare illecitamente finanziamenti stanziati dalla Regione Sicilia per la Formazione Professionale.
A cura di Antonio Palma
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Undici anni di carcere, è la pesante condanna inflitta dal Tribunale di Messina al Deputato Francantonio Genovese, ex parlamentare del Pd poi passato a Forza Italia dopo il voto favorevole al suo arresto. Una condanna pesantissima che, dopo due anni di processo,  ha accolto in pieno le richiesta dei pm che accusavano il parlamentare di essere a capo di un'associazione per delinquere che per anni ha sottratto risorse destinati alla Formazione professionale in Sicilia usando per fini privati il denaro pubblico per oltre 60 milioni di euro.

La vicenda è quella dei cosidetti Corsi d'oro della Formazione professionale. Secondo l'accusa gli indagati, grazie a prestazioni simulate, affitti gonfiati, e costi sovradimensionati fino al 600% avrebbero ottenuto finanziamenti extra approvati dalla Regione che erogava propri fondi insieme a quelli statali ed europei. Genovese sarebbe stato a capo di questo sistema attraverso gli enti che venivano gestiti da alcuni suoi uomini fidati. Tra gli imputati anche il cognato di Genovese, Franco Rinaldi, deputato regionale di Forza Italia condannato a 2 anni e mezzo di reclusione, e le mogli dei due, le sorelle Chiara ed Elena Schirò, condannate rispettivamente a 3 anni e mezzo e 6 anni e mezzo.

Dopo dieci ore di camera di consiglio, la prima sezione del tribunale di Messina presieduta da Silvana Grasso ha condannato infatti tutti e 23 gli imputati a processo accusati a vario titolo di associazione per delinquere, truffa, riciclaggio, frode fiscale e peculato. Per i due politici prevista anche all'interdizione dai pubblici uffici per tutta la durata della pena, mentre per Genovese il tribunale ha stabilito anche una multa da ventimila euro e ha disposto l confisca dei beni già precedentemente sequestrati come garanzia del risarcimento del danno alle parti civili che si son costituite in giudizio tra cui la Regione siciliana e l'assessorato regionale alla Formazione.

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