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Denuncia il pestaggio in carcere e poi muore. Nuovo caso Cucchi?

La vittima è Cristian De Cupis, 37enne romano, arrestato per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale e morto tre giorni dopo nel reparto detentivo dell’ospedale Belcolle di Viterbo. Aveva denunciato il pestaggio degli agenti della Polfer. Il garante dei detenuti Marroni: «Potrebbe essere un nuovo caso Cucchi».
A cura di Biagio Chiariello
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la vittima e Cristian De Cupis 37enne romano

E' di nuovo la Capitale a far da sfondo a quello che ha tutta l'aria di essere un «nuovo caso di morte sospetta nelle carceri» come denunciato in una nota dal Garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni. Ancora a Roma come era stato per Stefano Cucchi due anni fa. La vittima stavolta è il 37enne Cristian De Cupis fermato il 9 novembre alla stazione Termini con le accuse di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. L'uomo è morto tre giorni dopo nell’ospedale Belcolle di Viterbo, nel reparto riservato ai detenuti.

Invito la magistratura a fare al più presto chiarezza sulle circostanze che hanno portato a questo decesso, anche per sgomberare al più presto ogni nube e per evitare l'atroce sensazione di trovarsi davanti a un nuovo caso Cucchi.

Mistero sulla morte

Nel comunicato del Garante si legge che l'uomo, «affetto da diverse problematiche di carattere sanitario», dopo il fermo è stato portato, con «escoriazioni alla fronte», al Pronto Soccorso del Santo Spirito. Qui ha riferito ai medici di essere stato picchiato dagli stessi poliziotti che lo avevano arrestato, motivo che lo ha spinto a sporgere denuncia nei confronti degli agenti (Polizia Ferroviaria). Il giorno dopo De Cupis viene trasferito in ambulanza nell'ospedale Belcolle di Viterbo: lì «viene sottoposto a tutti gli esami di rito compresa una tac». Ma il 12 novembre muore.

nuovo caso cucchi

«I familiari sarebbero stati avvertiti dell'arresto – continua la nota di Angiolo Marroni – solo dopo l'avvenuto decesso. A chi lo ha incontrato nei giorni del ricovero l'uomo era parso a tratti agitato e a tratti lucido, comunque non in condizioni che potessero far immaginare una morte repentina». Secondo le informazioni raccolte dal garante, due giorni prima del fermo, la vittima era in cerco di lavoro nel centro di orientamento per gli ex detenuti e i tossicodipendenti: voleva fare il giardiniere.

L'autopsia ha escluso lesioni letali

Sul caso è intervenuta l’autorità giudiziaria, che ha disposto l’autopsia «fatta solo con il medico nominato dal Pm», denuncia Marroni. I risultati parlerebbero chiaro: nessuna lesione di organi interni tale da causare la morte. Il decesso di De Cupis sarebbe da attribuire ad un arresto cardiocircolatorio. Confermate invece le ecchimosi e qualche escoriazione sul corpo.

In realtà lo stato di salute generale della vittima, pur se pregiudicato da alcune patologie connesse alla tossicodipendenza, non era grave e soprattutto non faceva presagire una morte tanto improvvisa. Il Garante dei detenuti del Lazio ha scritto una lettera al ministero della Giustizia e a quello dell’Interno: «Questa vicenda presenta lati non ancora chiariti, che necessitano di un approfondimento e soprattutto di chiarezza. Quella chiarezza che meritano i familiari di quest’uomo e le centinaia di operatori della sicurezza che svolgono con correttezza e abnegazione il loro lavoro».

FOTO DI REPERTORIO (Ansa)

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