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Demolizione Concordia, Gabrielli: “Turchia chiede 40 milioni, porti italiani molto di più”

“Palermo si è ritirata. Piombino e Genova chiedono circa 80 milioni. Civitavecchia è fuori mercato perché ne chiede 200”. La soluzione turca è dunque quella più conveniente, secondo il capo della Protezione Civile.
A cura di B. C.
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Per lo smantellamento del relitto della Costa Concordia "allo stato ci sono una soluzione italiana e una turca". Quest'ultima è quella più conveniente visto che  si parla di "40 milioni di dollari", a fronte di una richiesta di 200 milioni, "fuori mercato", da parte di Civitavecchia. Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Franco Grabrielli, in audizione alla Commissione Ambiente della Camera. Guardando invece agli altri porti italiani che si sono candidati alla operazione, Gabrielli ha riferito che "Palermo si è reso non più disponibile, e quindi ne rimangono tre: Civitavecchia è una soluzione assolutamente fuori mercato perchè il costo complessivo sarebbe di 200 milioni di dollari contro i 40 milioni di dollari per la Turchia, e il doppio di Piombino e Genova; nel mezzo quindi ci sono queste due ultime soluzioni, tra le quali non c'è molta differenza in termini di costi".

Entrambe però presentano criticità: il porto di Piombino non avrebbe un bacino sufficiente per accogliere le operazioni di smaltimento della nave da crociera naufragata all'ombra del Giglio "e per quello che io so – ha aggiunto Gabrielli – l'armatore considera questa soluzione problematica, perché meno supportata sul fronte delle tempistiche di smantellamento e sotto il profilo della sicurezza delle operazioni". Guardando a Genova, invece, il capo della Protezione civile ha ricordato che "dall'Isola del Giglio si raggiunge Piombino in una giornata di navigazione, mentre si arriva a Genova in 5 giorni". Il problema è appunto quello del "rischio del traino da moltiplicare per cinque", considerando che "la nave andrebbe a Voltri per un primo smantellamento – ha concluso il prefetto – e poi a Genova per il definitivo".

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