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Delrio assicura: “Le pensioni non si toccano e gli 80 euro resteranno”

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio garantisce che non ci sarà nessun prelievo ed esclude l’idea di una patrimoniale: “La filosofia di questo governo non è mettere nuove tasse, semmai rimettere qualcosa nelle tasche degli italiani”.
A cura di Biagio Chiariello
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I pensionati possono stare tranquilli: non ci sarà alcun prelievo sulle pensioni. Ad assicurarlo in un'intervista a Repubblica è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio che esclude "in maniera categorica" l'ipotesi di interventi in questo senso, negando anche che ci siano allo studio altre misure coma una patrimoniale o un nuovo blocco contrattuale del pubblico impiego. Al contrario lascia intendere come “la filosofia di questo governo non è mettere nuove tasse, semmai rimettere qualcosa nelle tasche degli italiani”. E per dare maggior peso alle sue parole, Delrio esclude anche le voci sui presunti con Matteo Renzi: “Invenzioni, Matteo lo vedo dieci ore al giorno tutti i giorni. L’unico problema che abbiamo è che lavoriamo troppo entrambi”.

Sugli 80 euro

Nell’intervista si parla anche degli 80 euro in più in busta paga. Sulla possibilità di estensione, il sottosegretario preferisce non sbilanciarsi: "si farà il possibile" ma "siamo in presenza di un congiuntura negativa che nessuno (…) aveva previsto". Quel che certo è che “manteniamo la promessa di renderli strutturali per chi già ne ha goduto nel 2014″ coi soldi “della spending review”. Gli italiani hanno protestato molto per la Tasi. In tal senso, Delrio ammette: "È vero che quella sulla casa fu una tassazione violenta, ma il paese era sull’orlo del collasso. Quella di Monti è stata di fatto una grande patrimoniale, ma ha salvato i conti dello Stato. Ora la Tasi vale in media quanto l’Imu 2012, con qualche comune che fa pagare di più e qualcun altro di meno". Frecciatina all’UE: "deve smetterla di farsi influenzare solo dalle proprie paure. Deve tornare a essere l’Europa degli investimenti, della crescita, della speranza, dei giovani che trovano un lavoro. Il piano Junker elaborato grazie anche all’Italia, con quei 300 miliardi di investimenti, va in questa direzione", conclude il sottosegretario.

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