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Delitto Pordenone: trovate tracce nell’auto dell’amico indagato, fidanzata sotto torchio

I Ris hanno smontato l’auto di Giosuè Ruotolo, il 26enne sospettato dell’omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone, rinvenendo tracce biologiche. Interrogata per cinque ore la fidanzata, che ha confermato che i rapporti tra i due amici e colleghi erano buoni.
A cura di Biagio Chiariello
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Continuano senza sosta le indagini sull'omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone. Dopo la svolta relativa all’iscrizione del nome di Giosuè Ruotolo nel registro degli indagati, l’attenzione degli inquirenti si sta concentrando proprio sul 26enne amico del ragazzo ammazzato. Secondo quanto riporta il Messaggero, gli accertamenti compiuti dai carabinieri del Ris sull'auto di Ruotolo, avrebbero portato alla luce la presenza di tracce biologiche la cui natura è ancora sconosciuta. In realtà non è detto che corrispondano a tracce di sangue. Come spiega Cristina Antonutti "si tratta di sostanze che sottoposte alle ‘luci forensi' sono apparse interessanti". Solo riscontri più specifi in laboratorio potranno stabilire se e in che modo saranno utili alle indagini.

Perquisita casa di Ruotolo, interrogata la fidanzata

E sempre Il Messaggero scrive che oltre all’Audi A3 grigia, i carabinieri del Ris hanno esaminato attentamente anche l’appartamento in cui abitava l’indagato, sequestrando indumenti, computer e telefonini di Giosuè Ruotolo. L’obiettivo degli investigatori è arrivare a tracce ematiche, perché l’assassino, avendo esploso i colpi mortali a distanza ravvicinata, deve essersi certamente sporcato di sangue, probabilmente quello di Trifone, a cui ha sparato il primo colpo da circa 30 centimetri. E’ stata intanto interrogata per cinque ore anche la fidanzata di Ruotolo. "I rapporti tra Giosuè e Trifone erano buoni", avrebbe riferito la ragazza agli inquirenti, aggiungendo che non aveva mai frequentato la coppia uccisa. Il caporal maggiore di Somma Vesuviana era infatti commilitone del ragazzo ucciso e suo ex coinquilino.

L'avvocato difende l'indagato per il delitto di Pordenone

"Sull’innocenza del mio assistito metto una mano sul fuoco. Attendiamo fiduciosi l’esito degli accertamenti". Così Rigoni Stern, legale di Ruotolo al Messaggero Veneto. "Quello che ha in mano, al momento, la Procura, non è certamente sufficiente per esercitare l’azione penale né per emettere una misura restrittiva nei confronti di Ruotolo". Per quello che riguarda l'alibi, l'avvocato spiega: "Anche se non ci fosse un alibi, questo non implicherebbe la colpevolezza. Il nostro assistito è stato sentito più volte dagli inquirenti come persona informata sui fatti, ma in questo momento non sono in grado di dire nulla al riguardo, perché dobbiamo acquisire ancora i verbali".

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